Inauguarata la nuova sede di Fincantieri Infrastructure spa dove stamani è iniziata la costruzione del nuovo ponte di Genova – Giuseppe Bono ad del Gruppo: «Del ponte si parla in tutto il mondo è diventata una delle questioni più importanti. Ce la metteremo tutta, non solo per farlo nei tempi previsti, ma già oggi possiamo dire di poter anticipare di 10/15 giorni». –
di Lucia Nappi
VALEGGIO SUL MINCIO (Verona) – «Quando mi è stato chiesto cosa potevamo fare per Genova ho risposto: il ponte. Qualcuno si è messo a ridere ma sapevamo che lo potevamo fare». Interviene con queste parole Giuseppe Bono amministratore delegato del Gruppo Fincantieri all’inaugurazione del nuovo stabilimento Fincantieri Infrastructure spa a Valeggio sul Mincio dove stamani, con il taglio della prima lamiera, ha avuto inizio la ricostruzione del nuovo ponte di Genova alla presenza del presidente del consiglio Giuseppe Conte, del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli e di molte altre autorità.
Bono rivolto al premier Conte annuncia che la consegna del ponte sarà addirittura prima rispetto a quanto previsto: «Del ponte si parla in tutto il mondo è diventata una delle questioni più importanti»- sottolinea l’a.d.- «ce la metteremo tutta, non solo per farlo nei tempi previsti, ma già oggi possiamo dire di poter anticipare di 10/15 giorni», dalla platea parte l’applauso.
Fincantieri Infrastructure spa, controllata del Gruppo Fincantieri, nasce due anni fa specializzandosi nella progettazione, realizzazione e montaggio di strutture in acciaio su progetti di grande dimensione quali ponti, stadi, porti oltre a progetti di tipo industriale, commerciale e istituzionale, il cui motto è “nothing too big, nothing too complex”, due sedi quella legale di Trieste e quella operativa inauguarata stamani a Valeggio sul Mincio. L’azienda attualmente è impegnata alla costruzione di uno dei ponti più grandi d’Europa: «Stiamo facendo un ponte sul Danubio che è il doppio di quello di Genova» – spiega l’amministratore delegato-«e per farlo costruire bene, manderemo 40 persone dall’Italia. Abbiamo cantieri in America, Romania e Norvegia per farli funzionare bene, da tutte le parti abbiamo mandato gente dall’Italia». Un settore quello della progettazione e realizzazione delle grandi opere di ingegneria in acciaio che è sempre stato un fiore all’occhiello nazionale e, che rischiava invece di scomparire per l’industria italiana: «Siamo entrati in questo settore non per fare concorrenza ai privati, ma per impedire che il settore sparisse dalla scena mondiale»- A due anni dalla nascita la controllata del Gruppo Fincantieri può già contare su di un fatturatto di tutto rispetto: “quest’anno 100 milioni di fatturato e il prossimo anno 150 milioni, occuperemo inoltre un centinaio di persone» – «Questo è uno dei settori importanti per il paese, e che stava scomparendo» -conclude Bono – «Quando sparisce un settore, sparisce occupazione ma anche la cultura che questo si porta a presso» .