“L‘immagine dei trasporti è negativa, stereotipata e risale a qualche decennio fa. Oggi i camion hanno delle caratteristiche molto evolute, rispetto alla sicurezza e all’inquinamento.” Parla Ervino Harej direttore generale di Autamarocchi, azienda leader in Italia per il trasporto di container su gomma.
di Lucia Nappi
VENEZIA – Nella catena logistica ogni anello ha una funzione fondamentale ma è il trasporto che ha la funzione di connettere tutti i nodi di questa catena.
Tra tutte le modalità di trasporto: strada, ferrovia, mare, aereo, vie navigabili e intermodale, senza dubbio il trasporto stradale su gomma svolge il ruolo di protagonista, le cui percentuali di utilizzo non sono neppure lontanamente paragonabili rispetto alle altre modalità.
Sebbene negli ultimi anni il trasporto ferroviario e l’intermodalità stiano guadagnando quote percentuali un po’ più ampie, supportate anche dalla politica della cura del ferro portata avanti dal ministro Delrio, tuttavia il trasporto su gomma rimane e rimarrà ancora a lungo, la modalità principale per il trasferimento delle merci su terra ferma.
“L’autotrasporto è un comparto che necessita di un’efficienza estrema, la competitività si gioca sui costi e sui tempi di resa. Il ruolo del trasportatore è fondamentale perchè ha il rapporto diretto con i clienti per la certificazione dei servizi, la garanzia e l’affidabilità che sono elementi chiave“.
Lo spiega Ervino Harej direttore generale di Autamarocchi, azienda leader in Italia per l’autotrasporto di container, incontrato all’Arsenale di Venezia durante gli Stato Generali del Nord Est, intervenuto alla tavola rotonda “Le prospettive del comparto” per parlare di infrastrutture, porti e interporti e dei servizi offerti dalle imprese del Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Porti, interporti e aziende di produzione, quale il ruolo dell’autotrasporto?
“Quando una nave arriva in porto con della merce in import e deve ritirare della merce in export, ci sono tutta una serie di attività che vengono fatte dopo lo sbarco o prima dell’imbarco che sono tantissime e talvolta passano attraverso le società di logistica, i grandi spedizionieri oppure direttamente dall’industria.
I sistemi distributivi logistici necessitano di un’efficienza estrema, la competitività si gioca sui costi e sui tempi di resa. Il ruolo del trasportatore è fondamentale perchè ha il rapporto diretto con i clienti per la certificazione dei servizi, la garanzia e l’affidabilità che sono elementi chiave“.
Cosa comporta essere l’azienda leader per il settore in Italia,?
“Ci rapportiamo con le grandi compagnie perchè hanno bisogno di grandi fornitori strutturati in grado di gestire la comunicazione, di essere integrati con i loro sistemi, con i loro software, noi abbiamo un grande I.T.” – Si tratta della (Intelligent Transport System) la gestione integrata dei sistemi informativi – “che ci distingue rispetto alla concorrenza”. “Inoltre siamo una organizzazione di trasporti tipo industriale: Tutto è organizzato in azienda, fanno parte della azienda 980 dipendenti in Europa e 860 in Italia, abbiamo 720 camion.”
“Una grande organizzazione per poter gestire tutta questa attività, è essenziale anche il controllo dei processi che significa la garanzia dei servizi da dare ai clienti, la finalità è dare sempre servizi migliori ai clienti”.
I vostri clienti chi sono?
“Dialoghiamo molto bene oltre che con le grandi Compagnie anche con gli spedizionieri globali e nazionali ma lavoriamo anche con l’industria.”
Rispetto alle tematiche ambientali?
“Ad una azienda come la nostra, compete anche un’esagerazione del senso di responsabilità, il dovere trasmettere la professionalità della categoria. L‘immagine dei trasporti nell’immaginario collettivo è negativa, stereotipata e risale a qualche decennio fa. Invece oggi è un mondo tecnologico e i camion hanno delle caratteristiche molto evolute, rispetto alla sicurezza e all’inquinamento, superiori anche alle auto. Gli autisti stessi sono dei grandi professionisti. Da qui deriva la formazione dei dipendenti.”
“La vostra flotta come è composta?
“Quasi il 70% della nostra flotta è euro 6, abbiamo appena cambiato 100 camion, che sono appunto euro 6 e arriveranno tra fine 2017 e il primo bimestre del 2018. Inoltre arriveranno altri 20 camion Iveco alimentati a metano criogenico (-120 gradi) e 400 cavalli di potenza. Iveco ha presentato questi camion quest’anno, il metano liquido ha il vantaggio di avere una grande autonomia ed emissioni ridotte, quasi il 20% in meno di CO2, praticamente l’abbattimento totale del biossido di azoto e delle polveri sottili. Consideri che la media delle aziende italiane di trasporti dispone di flotte euro 3″.
La formazione a cui accennava?
“La politica green è anche formazione. Dallo stile di guida dell’autista e dal corretto utilizzo del camion deriva la riduzione importante dei consumi, anche del 10% per ogni litro di gasolio. Meno consumo, meno inquinamento”.Da qui deriva la nostra politica di formazione degli autisti con istruttori e affiancatori di guida, computer a bordo dei camion, politica del contenimento delle deviazioni dei Km percorsi. Politica di offerta dei mercati dei servizi one-way per evitare il ritorno con i container vuoti, dove questo è possibile, se da lato è un costo dall’altro lato è un efficientamento dell’azienda, è una virtuosità che ritorna sui costi”.