Germania, la strategia de-risking con la Cina, rafforza i legami con Taiwan

Riduzione del rischio dalla dipendenza economica con Pechino - Il governo tedesco ha pubblicato il China strategy white paper - Il 46%  delle imprese industriali tedesche dipende da beni importati dalla Cina come parte delle catene di approvvigionamento. Oltre 5.000 aziende tedesche operano nel paese. Questi alcuni dei dati che tracciano il quadro della dipendenza economica tedesca dalla Cina.

Il 13 luglio, la Germania ha pubblicato il China strategy white paper–  il documento sulla strategia nei confronti della Cina.

Il documento di 64 pagine ha evidenziato l’accettazione da parte della potenza europea di una “rivalità sistemica” con la Repubblica popolare cinese ma ha delineato una strategia ricalibrata di “de-risking” di riduzione del rischio dalla dipendenza economica con Pechino, mantenendo relazioni di cooperazione sul commercio e risolvendo le sfide globali come la crisi climatica.

“La Cina è cambiata. Come risultato di questo e delle decisioni politiche della Cina, dobbiamo cambiare il nostro approccio alla Cina”.  Si legge  nel documento  del governo tedesco.

Il documento delinea anche le intenzioni di Berlino di promuovere ed intensificare le relazioni con Taiwan, e sul tema della sovranità tra Pechino e Taipei.

La decisione della Germania di ridurre la dipendenza economica da Pechino e di avvicinarsi sempre di più a Taiwan traccia una tendenza emergente nelle relazioni internazionali europee: la sfiducia nei confronti dell’apparato economico cinese si sta traducendo in opportunità diplomatiche per Taipei.

Anche se un po’ tardiva e relativamente più morbida rispetto alle posizioni assunte da altri Stati dell’Europa centrale e orientale come la Lituania, la dichiarazione della Germania rappresenta uno sviluppo importante.

Oltre al fatto che la Germania è la più grande economia dell’Unione Europea, e pesa per circa il 20% dell’export dell’UE, il paese è il più grande esportatore di merci verso la Cina, nel 2022  il commercio tra i due paesi è stato pari a 298,9 miliardi di euro.

Un’analisi condotta dall’Ifo Institute for Economic Research lo scorso anno  ha evidenziato che mentre la Cina rappresenta solo il 3% del volume delle importazioni tedesche di beni industriali critici, il 46%  delle imprese industriali tedesche dipende da beni intermedi chiave importati dalla Cina come parte delle loro catene di approvvigionamento.

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Le aziende tedesche hanno anche una presenza significativa in Cina, con oltre 5.000 aziende tedesche che operano nel paese. Quattro aziende tedesche – Volkswagen, BMW, Daimler e BASF – hanno rappresentato il 34% degli investimenti diretti esteri europei in Cina tra il 2018 e il 2021, evidenziando il profondo legame economico tra i due stati.

Il governo tedesco è chiaro sulla questione dei suoi legami economici con Pechino. In un recente discorso, il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock ha osservato: “Il nostro obiettivo non è separarci dalla Cina, ma ridurre i rischi il più possibile”.

Resta da vedere come ciò potrebbe influire sulle relazioni tra i due paesi, soprattutto da quando la risposta iniziale del portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin è stata quella di etichettare lo sviluppo politico come una forma di protezionismo.

Tuttavia, il cambiamento di politica della Germania era stato radicato nei timori di una Cina più radicale nella volontà di “creare e sfruttare dipendenze economiche e … concedere o revocare vantaggi economici” per perseguire i propri obiettivi politici.

Il piccolo passo indietro di Berlino rispetto alle relazioni economiche con Pechino sembra essere stato motivato anche dalle intenzioni di stringere legami più stretti con il governo taiwanese.

Le relazioni con Taiwan

La Germania non riconosce ufficialmente Taiwan e ha comunque mantenuto l’interpretazione di Pechino della “Politica di una sola Cina”.

Nonostante la mancanza di relazioni ufficiali, tuttavia, Taiwan è il quinto partner commerciale più importante della Germania in Asia e negli ultimi anni le relazioni sono state sempre maggiori.

Gli accordi con Taiwan

Nel marzo 2023, Berlino e Taipei hanno firmato un accordo che intensifica l’assistenza giudiziaria reciproca in materia penale.

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La visita del ministro tedesco per la Ricerca, Bettina Stark, a Taipei  nel marzo scorso, primo ministro tedesco a visitare il paese negli ultimi 26 anni, ha visto anche la firma di un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica nei settori delle applicazioni di intelligenza artificiale, dei semiconduttori e progettazione di circuiti integrati, tra gli altri.

Il white paper della Germania riconosce l’importanza fondamentale di Taiwan nella catena di fornitura globale dei semiconduttori. Taiwan produce oltre il 60% della fornitura globale di semiconduttori e il 90% di quelli più avanzati, si tratta degli elementi principali nel campo dell’elettronica, questi componenti sono indispensabili per la realizzazione dei microprocessori, a loro volta fondamentali per il funzionamento delle auto. Tale che un potenziale conflitto nello Stretto di Taiwan avrebbe significativi effetti dirompenti sull’economia globale.

Sebbene la dichiarazione di Berlino abbia collegato l’interesse dello stato europeo per la stabilità delle relazioni tra le due sponde dello Stretto all’economia globale piuttosto che a questioni ideologiche, è comunque una vittoria diplomatica per Taipei. Taiwan che ha collegato con successo la propria sicurezza all’interesse strategico della Germania.

E cosí come per la Germania, la diffidenza europea nei confronti della strategia economica della Cina e dalle crescenti richieste di “riduzione del rischio”,  potrebbe andare a rafforzare ulteriori legami dell’Europa con Taipei.

TDT

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