E’ iniziata stamani a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri per decidere quanto prorogare lo stop alla mobilità tra le regioni. Il CdM di stamani è il secondo del governo Draghi, ma è il primo di natura operativa necessario per prendere le decisioni pratiche e i primi provvedimenti. Sarà anche il primo banco di prova per vedere se ci sarà unità nella maggiorananza.
La prima decisione da prendere per il governo è la data dello slittamento della divieto di mobilità tra le regioni, che scade il 25 febbraio. Che il provvedimento di stop verrà prorogato, è ormai assodato, si parla di un mese fino al 27 di marzo, con l’impossibilità di muoversi non più di due persone. Ma non è l’unica decisione da prendere l’altro DPCM, in scadenza il 5 marzo.
Le Regioni, in un incontro svolto ieri, hanno avanzato richieste di varia natura, ma soprattutto la possibilità da parte del governo di comunicare per tempo – almeno una settimana di anticipo – le variazioni delle decisioni in merito alle chiusure specifiche, per non mettere in difficoltà la popolazione. L’altra richiesta forte delle Regioni è che ad eventuali provvedimenti di chiusure corrispondano ristori immediati e certi.
Le altre richieste delle Regioni: comunicare le modalità su come vengono calcolate le zone (arancioni e gialle) – per gli ospedali: la necessità di dare maggiore disponibilità ai posti letto nelle terapie intensive e nei reparti.
Scuola, il cui nodo per Draghi è assolutamente fondamentale, le Regioni hanno richiesto di pensare ad alcune chiusure delle scuole in aree specifiche, ma nel contempo trovare una soluzione economica per i genitori dei ragazzi che si trovano a casa in didattica a distanza.
Maggiore chiarezza da parte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) con competenza di consulenza e supporto alle attività di coordinamento per il superamento dell’emergenza epidemiologica, è probabile che si vada verso una riduzione del numero dei suoi componenti.