d’Amico: Navi drone, il computer non sostituirà l’uomo / Intervista

Salvatore d'Amico
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INTERVISTA / Salvatore d’Amico, fleet director del Gruppo d’Amico di Navigazione-Il nostro Gruppo è molto attento al welfare dei marittimi- «Internet a bordo a disposizione di tutto l’equipaggio» – «L’automazione può aiutare i marittimi ad avere una vita migliore a bordo»

di Lucia Nappi

LIVORNO – Il Welfare dei lavoratori marittimi imbarcati, le loro loro condizioni di vita a bordo e quando la nave è ferma nei porti italiani, l’importanza del lavoro svolto da questo personale nella movimentazione del commercio mondiale e la piena attuazione delle norme a loro tutela, sono temi sui quali il Cluster marittimo, nella sua globalità, oggi interviene con maggiore consapevolezza e sensibilità, rispetto al passato.

L’argomento è stato anche affrontato nei giorni scorsi nel corso di un convegno svolto a Livorno, in Fortezza Vecchia, e organizzato dalla Capitaneria di Porto “Sicurezza, Sviluppo, Solidarietà: quale futuro per il Welfare della gente di mare“.

Salvatore dAmico, armatore e fleet director del Gruppo d’Amico di Navigazione spa, è intervenuto sul tema a margine del convegno, parlando (video intervista) delle azioni svolte dal Gruppo nei confronti del welfare della gente di mare e del possibile sviluppo futuro del personale delle navi con l’incremento dell’automatizione.

«d’Amico impiega per le proprie navi e le navi armate per conto di terzi circa 5 mila marittimi»spiega l’armatore – «Io stesso sono stato marittimo quando a 14 anni, ho lavorato a bordo come mozzo, pertanto conosco per certi versi le problematiche che spesso i marittimi si trovano ad affrontare. Come è emerso dalla conferenza è aumentata l’efficienza delle navi, sono diminuite le soste nei porti».

Abbiamo messo Internet a bordo delle navi  a disposizione di tutto l’equipaggio, affinchè possano comunicare con le loro famiglie anche quando si trovano in mezzo al mare. Tuttavia questo ha creato un effetto collaterale, ha fatto sì che a volte i marittimi si isolino un pochino nelle loro cabine e nelle loro problematiche. Inoltre un marittimo connesso significa che subisce tutto lo stress delle famiglia senza però poter gestire le problematiche, come le gestirebbe se fosse a casa. Noi come Gruppo d’Amico siamo molto attenti al welfare dei marittimi, ma riteniamo parte integrante del welfare è far stare i marittimi insieme quando sono a bordo. Infatti abbiamo installato sulle nostre navi delle Playstation o Nintendo wii per “obbligarli” al piacere di a giocare insieme per distrarsi e a fare gruppo tra loro. Negli anno 60 le nostre navi navigavano con 40/50 marittimi, oggi la nostra tipologie di navi naviga con 20/25 persone a bordo. Quindi anche il gruppo delle persone è completamente diverso da come era una volta, l’armatore deve intervenire come responsabile e far sì che questo gruppo sia molto più legato di quanto lo fosse una volta».

Arriveremo a navi automatizzate senza personale a bordo?
«Le nostri navi sono automatizzate, diverso è parlare di navi che assomigliano a droni Non credo sia pensabile sostituire il computer all’uomo, soprattutto quandi si parla di traffico internazionale. Sul traffico costiero è diverso se una nave deve andare fissa tra due porti e questi distano tre chilometri l’uno dall’altro, ci sono una serie di ruoli a bordo che possono essere sostituiti dal computer. Ma se parliamo navi che fanno traffico internazionale allora è una questione diversa. Innanzi tutto esistono problematiche di carattere legale insuperabili. Dire che siamo in grado di sorpassare l’uomo con un computer significa essere presuntuosi. Penso invece che i computer debbano avere un ruolo molto attivo per semplificare il lavoro dei nostri marittimi a bordo, oggi grazie al computer i marittimi durante la notte, soprattutto l’equipaggio di macchina, può riposare ed avere gli allarmi nelle loro cabine e scendere nei locali solo quando suona l’allarme. Non come era fino a 15/20 anni fa che dovevano stare fissi a fare la guardia nei locali di macchina. L’automazione può aiutare i marittimi ad avere una vita migliore a bordo ma da qui a sostituire con i computer il personale navigante spero di non vederlo, ma comunque ci vorranno tanti anni».

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