Sisto a Di Maio: «Confitarma da tempo chiede un riferimento amministrativo»

Luca Sisto

ROMA – «L’import ed export italiano dipende dal mare e se è vero che il 90% della produzione mondiale dipende da mare è evidente che noi ci sentiamo a casa»–  E’ intervenuto con queste parole, stamani, il direttore generale di Confitarma, Luca Sisto, alla Farnesina nel corso della cerimonia per la firma del Patto per l’Export. Patto ExportL’iniziativa convocata e presieduta dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e che ha visto la presenza di numerosi ministri, è finalizzata al rilancio dell’esportazione del ‘Made in Italy’ nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso un deciso rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione grazie ai fondi stanziati recentemente dal governo, per un totale di 1,4 miliardi di euro. La ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, come anticipato da Corriere marittimo – è intervenuta nel corso dell’incontro evidenziando il ruolo strategico svolto dalle imprese dei trasporti e dei porti durante la difficile fase emergenziale.

«Il patrimonio liquido del Paese» così come definita l’industria marittima dal premier Giuseppe Conte nel corso dell’ultima assemblea nazionale di Confitarma, ha ricordato Sisto «questa liquidità è il territorio flottante del nostro Paese che consente di portare merci e far conoscere l’Italia al mondoma un’industria anche vivente con i problemi attuali come i marittimi che non riescono a tornare a casa».

«E’ vero come diceva la ministra De Micheli che  i Trasporti non si sono fermati, ma abbiamo sofferto molto, sofferenza che soprattutto i nostri marittimi stanno ancora affrontando e, per il rimpatrio dei quali stiamo lavorando con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione» – Da tempo Confitarma chiede che venga dedicato alle attività marittime uno specifico riferimento amministrativo. «Con il Maeci abbiamo già ottenuto un importante focal point marittimo grazie al quale molte problematiche con l’estero possono essere risolte» ha concluso Luca Sisto – «Stiamo cercando di ridisegnare un percorso comune della blue economy del Paese, una rotta condivisa che parte anche dalla Farnesina, che gli armatori italiani sentono la loro casa».

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