Rotta Marittima Artica, gli scenari internazionali nello studio Srm

Rotta artica
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Le reali potenzialità di sviluppo della Rotta Artica alla luce dell’impatto sul cambiamento climatico e dei recenti accadimenti connessi al Covid-19 nello studio di Intesa Sanpaolo e SRM dal titolo: “Climate change impact, Maritime and Economic scenario, Geo-strategic analysis and perspectives”- Lo studio è stato .presentato durante il webinar internazionale organizzato da Intesa Sanpaolo, SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e IAI-Istituto Affari Internazionali.

L’analisi ha osservato da varie angolazioni il tema dello sviluppo della Rotta Marittima Artica: gli scenari internazionali delle grandi rotte, gli aspetti geo-strategici, quelli connessi al climate change e alcuni risvolti normativi. La globalizzazione dei mercati, fenomeni come la Belt & Road della Cina, i cambiamenti climatici, e le scelte strategiche dei carrier, stanno però aumentando l’attenzione verso la direttrice artica.

Ne hanno discusso esperti nazionali e internazionali: Heather Conley, Senior Vice President for Europe, Eurasia and the Arctic – Center for Strategic and International Studies (Washington D.C., USA); Malte Humpert, Founder & Senior Fellow, The Arctic Institute (Tahoe City, USA); Lapo Pistelli, International Affairs – Executive Vice President, ENI e Jennifer Spence, Adjunct Professor, University of Carleton (Ottawa, Canada).

Ad aprire i lavori sono intervenut: il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, e il Presidente dello IAI, Ferdinando Nelli Feroci, ha modererato l’incontro Nathalie Tocci, Direttore dello IAI.
Giovanna Paladino, Responsabile della Segreteria Tecnica di Presidenza di Intesa Sanpaolo, e Massimo Deandreis, Direttore Generale di SRM, hanno illustrato i risultati della ricerca, caratterizzata anche da prestigiose collaborazioni internazionali con l’Università di Anversa e lo Shanghai International Shipping Institute. Ha concluso i lavori il prof. Romano Prodi, già Presidente del Consiglio dei Ministri in Italia e della Commissione Europea.

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Alcuni Highlight della ricerca
• Le gerarchie del commercio internazionale stanno mostrando cambiamenti dovuti alla necessità di ricercare modi di trasporto e rotte che riescano a garantire ai vettori percorsi meno onerosi e più rapidi, specie in periodi come questo caratterizzati dalla pandemia. I cambiamenti climatici stanno sempre più portando l’attenzione verso la Rotta Marittima Artica (c.d. NSR o Northern Sea Route) che ha potenzialità dovute a condizioni climatiche più agevoli ed alla possibilità di collegare i porti del Far East con quelli del Northern range da Nord.

• La rotta è caratterizzata da traffici stagionali ed intraregionali: il 98% è SSS-Short Sea Shipping, vale a dire trasporto marittimo di corto raggio. Tra il 2011 e il 2019, la movimentazione in SSS è cresciuta del 134% medio annuo, raggiungendo 31,5 milioni di tonn. Secondo le stime (ante Covid-19), il traffico dovrebbe crescere fino a raggiungere i 100 milioni di tonn. nel 2030.

• Anche nel periodo della Pandemia i traffici sono aumentati: tra gennaio e aprile 2020 si è avuta una crescita dei passaggi nella NSR del +15% rispetto al 2019.

• La compagnia marittima cinese Cosco (terza al mondo per trasporto container ma che è specializzata anche in altre tipologie di merci) è il carrier più attivo su questa rotta e copre il 19% dei transiti complessivi.

• La Cina, infatti, nonostante il Covid-19, continua a portare avanti il progetto “Belt & Road Initiative”, anche progettando espansioni verso l’Artico che mostra interessanti giacimenti energetici.

• La rotta artica è soprattutto un corridoio energetico; si stima che le risorse fossili nella regione ammontino a 90 miliardi di barili di petrolio, circa 1.700 trilioni di piedi cubi di gas naturale e 44 miliardi barili di GNL.

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• Nell’area sono in essere importanti progetti sul GNL (Gas Naturale liquefatto) in che rappresenta uno degli asset strategici di grande prospettiva dello shipping anche perché più “green” e a minor impatto ambientale dell’Oil; tra gennaio e maggio 2020, sono stati realizzati 224 viaggi di navi GNL, diretti in prevalenza verso Belgio (35%), Francia (24%) e Olanda (13%).

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