di Lucia Nappi
PORTO CERVO (OLBIA) – E’ necessario intervenire sulla legge 135 che disciplina la professione degli agenti e raccomandatari marittimi. Una legge datata 1977, nata in epoca pre-container, oggi non risponde ai cambiamenti avvenuti nel mondo dello shipping e del mercato globale. La professione si è evoluta, mentre l’impianto normativo non ne ha seguito i cambiamenti.
Questo il primo imperativo emerso dell’Assemblea annuale di Federagenti che si è riunita a Porto Cervo. Un coro a più voci sollevato negli intervenuti dei diversi rappresentanti di settore.
Il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, (VIDEO INTERVISTA) ha spiegato che è stato avviato il percorso di revisione della Legge 135 su istanza del ministero competente, il MIT, che ha convocato un tavolo per prendere in mano una normativa vecchia di oltre 40 anni e che necessita aggiustamenti. Nella riforma va portato in primo piano la garanzia per la copertura dei costi minimi, il tema verte su come riuscire ad avere una base economica. L’agente ha una funzione di tipo pubblico, di garanzia del credito che la nave straniera sostiene durante lo scalo e, di cui, l’agente marittimo è responsabile in solido con l’armatore.
Secondo il presidente di Federagenti la pressione al ribasso delle tariffe, riconosciute all’agente marittimo, spesso sono inferiori ai costi stessi del servizio. Questo si verifica a causa della diminuzione del numero di operatori che, in alcuni porti, agendo in regime di monopolio, possono dettare legge sul livello tariffario: “Dobbiamo pensare a un sistema di supporto delle tariffe” – ha concluso il presidente di Federagenti – “per introdurre questo aspetto nella legge, mutuandolo magari da attività professionali”.
L’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante generale del corpo delle Capitanerie di porto e Guardia costiera ha affrontato il rapporto tra la professione dell’agente marittimo e lo Stato. “La figura professionale dell’agente è il garante dei soggetti diversi che entrano in porto, soprattutto per le navi straniere, a garanzia dell’armatore e a sostegno dell’attività amministrativa dei porti. E’ necessario un aggiornamento professionale che deve essere anche in prospettiva futura, ed il ruolo di Federagenti è quello di mettere insieme le istanze complessive”.
Una nave straniera entrando in porto contrae delle obbligazioni, l’agente marittimo che ha la procura dell’armatore a coprire queste spese, deposita una fideiussione alla Capitaneria e si fa garante di tutte le obbligazioni che la nave ha contratto: “Perché lo Stato deve essere garantito, il lavoro dell’agente marittimo è un elemento di sicurezza per gli interessi pubblici, ma ha anche molte altre funzion quali: la verifica dell’aderenza dei contratti dei marittimi, imbarcati su navi non battenti bandiera nazionale, affinché non sia inferiore al contratto nazionale”.