Spirito, Napoli: Porto e città sono una relazione a rischio “effetto museo”

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di Lucia Nappi

NAPOLI – “Il porto di Napoli ha una lunga storia ma questa si deve attualizzare, se non cambiamo in profondo la struttura e le modalità di interfaccia tra porto e città rischiamo l’effetto porto museo siamo identici a quelli che eravamo 40 anni fa, e pertanto siamo fuori dal mercato”.  Ha spiegato Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema dei porti campani, intervenendo a margine del convegno sul futuro delle città portuali organizzato da CNR Iriss e associazione RETE e svolto nell’ambito della settimana dello shipping di Napoli. 

Secondo Spirito l’infrastuttura portuale  deve offrire flessibilità e adeguatezza rispetto ai reali movimenti di traffico. “Napoli è un porto che ha molte anime: quella merci che è rilevante, ma ha anche un traffico passeggeri da 8 milioni e 400 mila passeggeri”. L’offerta turistica delle crociere, dei traghetti a corto raggio con le isole del Golfo e a lungo raggio con la Sicilia, necessita di connessione tra i sistemi infrastrutturali – spiega Spirito- ferrovia e aeroporto: “Le porte della città devono dialogare tra loro. Oggi abbiamo un autobus collega ogni 15 minuti il porto, la stazione ferroviaria e l’aeroporto con grande successo perché la gente ha bisogno di connettività Napoli”.

 

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