Spinelli: “No i finanziamenti a Piombino la diga foranea nessuno la usa, Ancona ha il 20% dei nostri traffici”

Stati Generali dell’Economia a Genova: Sfide e strategie del porto – La discussione della tavola rotonda sul sistema portuale e logistico.
 
 di Lucia Nappi
 
GENOVA– Stati Generali dell’Economia a Genova voluti dal sindaco Marco Bucci e promossi dal Comune presso il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Alla tavola rotonda “Il Porto e la logistica” sono intervenuti: Alberto Amico, Amico & co., Alberto Banchero presidente Assagenti, Riccardo Braggio presidente ALCE (Associazione Ligure Commercio Estero), Carla De Maria presidente Ucina, Stefano Messina Gruppo Messina,  Antonio Musso Gruppo Grendi, Enrico Musso direttore CIELI (Cientro italiano Logistica Integrata),, Alessandro Pinto presidente Spediporto, Aldo Spinelli presidente Gruppo Spinelli.
 
Nei primi 5 mesi del 2017 il porto di Genova ha movimentato 22milioni e 541mila tonnellate di merci, oltre 1 milione in più rispetto al 2016 (21milioni 246mila tonn.). E’ quindi un momento positivo per lo scalo, ma è anche ben presente il senso di precarietà che le grandi sfide delle rotte internazionali introducono e impongono scelte strategiche importanti. Le sfide maggiori sono rappresentate dalla capacità di agganciare tutti quei nuovi traffici internazionali: La nuova via della seta, è di poche ore fa la notizia della partenza del primo treno da Mortara, Pavia, per la Cina, le navi  sempre più grandi che transitano attraverso il Mediterraneo anche grazie al raddoppio dal Canale di Suez, ed infine la concorrenza con il nord Europa. Queste le tematiche affrontate durante la tavola rotonda dal parterre dei relatori.
 
Secondo il professor Enrico Musso i traffici sono concentrati in pochi porti perché sono espressione dell’economie di scala,  tuttavia il nodo portuale è oggi in grado di generare meno occupazione diretta rispetto a quanta ne generava anii fa. “il rapporto è da 1 a 100”
Che cosa rimane a Genova se l’occupazione diretta generata dal porto non é più così determinante? chiede Musso: “resta l’opportunità dell’indotto della logistica che è molto più importante rispetto al passato, ma che non è così vincolato al nodo portuale.” . La ricetta per affrontare il cambiamento è quella di “individuare le strategie localizzative dei grandi gruppi internazionali del trasporto e della logistica, La necessitá quindi di essere una città attrattiva per concentrare le scelte localizzative dei grandi gruppi, almeno per quanto riguarda le sedi italiane, altrimenti di queste opportunità prendiamo le briciole”.
 
Per Stefano Messina la crescita del traffico e del trasporto marittimo è un fenomeno irreversibile e per poter accedere a pieno a questi traffici per Genova è indispensabile sia la realizzazione del progetto della Diga Foranea ma anche la realizzazione, nel breve  periodo, di altri interventi, altrettanto importanti, come il Bacino di Sampierdarena
 
Il peso della burocrazia è il tema trattato da Alessandro Pinto. Lo sportello unico delle dogane ancora non decolla perché manca il decreto attuativo. Pinto illustra alcuni progetti finalizzati all’incremento della produttività del porto. “Una Carta dei servizi portuale concordata che definisca chi deve fare cosa, delinei delle procedure condivise con certezza di tempi e di costi. Questo andrebbe nella direzione di aumento dell’efficienza nell’utilizzo delle infrastrutture e sarebbe uno strumento di comunicazione per far conoscere l’efficienza raggiunta da Genova in questi anni”.
Pinto ha parlato anche di “Smart port” “ per cercare di dare vita a un progetto che potrebbe essere quello di un incubatore con funzione di start up per imprese focalizzate su progetti che operano nella logistica.
 
Di una interessante soluzione progettuale ha parlato l’armatore Antonio Musso, “Le trasformazioni del mondo dello Shipping presto ci porterà ad avere la necessità di porti in grado di ricevere a 9/10 milioni di TEU.” Da qui la necessità di mercati alle spalle che giustifichino l’arrivo di queste navi e la pianura padana è l’unico mercato individuato che potrebbe giustificare tale afflusso di merce. Genova come porto di transito di questi milioni di tonnellate di merci manca però di spazi a terra sufficienti  e della capacità di afflusso e deflusso della merce. “Sono necessari spazi a terra che sono 4/5 volte superiori a quelli attuali se vogliamo essere un porto a destinazione finale da 8 milioni di TEU.” Il progetto presentato dall’armatore prevede un sistema automatico e una soluzione tecnologicamente sostenibile che va a sfruttare gli spazi della Pianura Padana con un sistema di spostamento attraverso navette elettriche che si muovono lungo un tunnel di 38 km”. 
 
Un grido di allarme è lanciato da Aldo Spinelli, per Genova è necessario arrivare ai due progetti più importanti: la Diga Foranea e il piano ferroviario. Genova è il primo porto nel Mediterraneo e può occupare altri 50 mila posti di lavoro, ma è necessario arrivare alla realizzazione dei due progetti. “Ci vuole un piano ferroviario, abbiamo binari di 60 anni fa, non ci sono le adeguate tracce. Ci sono a Spezia, a Livorno, a Ravenna, a Gioia Tauro, ma non a Genova. Di questi 70 treni solo 14 arrivano a Genova“. Poi Spinelli attacca le scelte del governo di concedere il finanziamenti ai porti di Piombino e Ancona per la realizzazioni delle dighe foranee: “ Non si possono dare a Piombino soldi per la diga foranea quando non la usa nessuno o finanziamenti a Ancona quando ha il 20% del traffico che abbiamo noi. “
Non in ultimo Spinelli lamenta la lentezza della burocrazia: “Non si possono aspettare 10 anni per avere un progetto finito, la burocrazia uccide, per avere un parere su un lavoro che poi ti finanzi da solo”. Spinelli sottolinea la portata degli investimenti affrontata dal Gruppo e della portata occupazionale generata dal 2001 ad oggi: “950 posti di lavoro e in Italia abbiamo in tutto 1500 persone ma dobbiamo rincorrere per avere i permessi”.
 
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