Zeno D’Agostino ricorre al Tar contro l’Anac – Il porto, la città e la compagine politica compatta nella manifestazione in programma per sabato 13 giugno- Ricorre al Tar contro Anac anche l’AdSP- La petizione ha raggiunto oltre 10 mila firme.
TRIESTE – .«Il presidente Zeno D’Agostino non si tocca». Questo il messaggio dellla manifestazione unitaria lanciata a Trieste, sabato 13 giugno, in Piazza dell’Unità, da sindacati, lavoratori, città, compagine politica, per chiedere il ritorno del menager alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale dopo che l’Anac lo ha dichiarato decaduto per inconferibilità dell’incarico.
Mobilitazione presentata in conferenza stampa, svolta nella sede dell’Authority e alla quale sono intervenuti: il sindaco Roberto Dipiazza, i consiglieri regionali Roberto Cosolini, Andrea Ussai, Claudio Giacomelli, Francesco Russo e Danilo Slokar, i rappresentanti dei lavoratori portuali. Se in cinque anni di lavoro il porto di Trieste ha visto una crescita in termini occupazionali molto importante (300 lavoratori in più entrati in porto) oggi non sarà proprio D’Agostino a perdere il posto. questo il messaggio lanciato dall’incontro – Il sindaco Dipiazza ha definito la questione un “piccolo intoppo”– “In questi anni abbiamo costruito una grande squadra e non credo che la questione avrà delle ripercussioni” ha detto Dipiazza.
I ricorsi al Tar
D’Agostino dal 2014 alla guida del porto triestino, due anni come commissario e poi dal 2016 come presidente nominato dall’allora ministro Delrio, lunedì ha presentato ricorso al Tar del Lazio, come libero cittadino, contro l’Anac per chiedere la sospensione della sentenza che lo ha destituito dalla presidenza. A difendere D’Agostino un pool di avvocati di “alto rango” guidati da Guido Alpa – l’avvocato mentore del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – Francesco Munari, Federico Tedeschini e Luca Di Donna.
Un secondo ricorso è stato presentato ieri dall’Autorità di Sistema portuale ed un terzo ricorso probabilmente dovrà essere presentato da Assoporti, Associazione dei porti nazionali.
La petizione
Nel frattempo, venerdì 5 giugno, è stata lanciata la petizione dal titolo “Chi vuole bene a Trieste difende il Presidente D’Agostino” – il promotore è Francesco Russo, vice presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, (VAI alla petizione) Petizione che stamani ha superato le 10 mila firme – Questo è il testo: «La burocrazia invece di premiare i manager pubblici che lavorano bene, rischia di metterli alla porta con un cavillo: in un Paese normale non dovrebbe succedere. Zeno D’Agostino ha fatto molto per Trieste e il suo Porto in questi anni: adesso è il momento che la città si schieri unita a difendere chi ha lavorato davvero per il bene collettivo e non per l’interesse di pochi. Questa petizione non avrà effetti legali. Ma ha un grande valore simbolico: dimostrare che Trieste ha già un Presidente dell’Autorità Portuale che stima e apprezza per la sua professionalità e per le sue capacità. E vuole solo che possa continuare il suo lavoro».
Le ripercussioni internazionali
Aspetto di maggiore criticità è il danno di immagine per il porto, all’estero e nei confronti degli investitori, lo ha sottolineato il commisario straordinariodell’Authority e segretario generale, Mario Sommariva: «Credo che in inglese non si possa neanche tradurre la parola ‘inconferibilità’- Il percorso che l’Authority segue in questo momento è quello di tranquillizzare gli investitori e salvaguardare gli interessi commerciali del porto.