PSA: Volumi 2023 soddisfacenti, ma i traffici soffrono dell’incertezza generale

PSA Italy chiude il 2023 con oltre 2 milioni di TEU's movimentati, "risultati soddisfacenti" - dice il CEO Roberto Ferrari - "ma il contesto è caratterizzato da un senso di incertezza generale in cui i traffici soffrono”.
Ferrari Conforti

GENOVANonostante il periodo difficile PSA Italy si appresta a chiudere il 2023 con volumi di traffici indicativamente invariati rispetto al 2022. Un risultato soddisfacente per le banchine genovesi, di PSA Sech sebbene la lieve flessione di PSA Genova Pra’. Trend di crescita anche a Venezia per PSA Venice Vecon che chiude il 2023 con una performance da record, la migliore di sempre, anche se poi a guardare bene, questo è il risultato di un dirottamento di traffici interni allo scalo.

Lo spiega il managing director di Psa Italy, Roberto Ferrari, durante la conferenza stampa in cui annuncia le previsioni 2023. Con lui sono il presidente di PSA Italy, Marco Conforti e il direttore di Psa Venice Vecon, Daniele Marchiori. Occasione per parlare degli investimenti che andranno a supportare gli obiettivi di crescita, dei cambiamenti di scenario a livello globale ma anche della volontà di trasformazione dell’azionista di Singapore, da terminalista ad operatore logistico.
L’incontro si svolge in apertura del party natalizio organizzato nello storico palazzo Interiano Pallavicino della centrale piazza Fontane Marose.

Volumi, le previsioni 2023:
I tre terminal chiudono il 2023 con oltre 2 milioni di TEU’s movimentati. Se per Pra’ il 2023 registra un decremento del 3%, con 1.470.000 TEUs, per SECH i volumi crescono di circa il 6% rispetto all’anno precedente, con 247.000 TEUs movimentati. Ancora una performance positiva per PSA Venice – Vecon con un +10%, a fronte di 336.000 TEUs previsti nel 2023 contro i 304.000 del 2022. “Il numero più alto da quando esiste Vecon, un record di sempre”. Dato che tuttavi, tiene a precisare Ferrari, è il risultato dello spostamento dei traffici dal competitor (TIV) a Vecon, tale che i volumi complessivi dello scalo rimangano invariati.

“Un risultato soddisfacente” a fronte di un contesto generale caratterizzato da “un senso di incertezza generale in cui i traffici soffrono”. E’ questo in estrema sintesi il tema dell’incontro.

Gli effetti sono “un cambiamento del modello di business” – spiega Ferrari – “le compagnie continuano la politica del gigantismo, treni e navi sono sempre più grandi, in un mercato debole pianificano dei blank sailing. Quindi meno viaggi con più volume. Questo toglie capacità dal mercato e mantenere i noli più alti. Per i terminalisti e per tutta la catena logistica, treni e camion, questo è un problema perché il lavoro è su picchi e flessi, con molti movimenti da smaltire quando arriva la nave e periodi più lenti in cui la nave non arriva”.

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Cambiamenti di scenario
Il contesto in cui si sta ridisegnando la catena logistica globale mostra uno scenario di radicale cambiamento.
La Cina sta cedendo il passo all’India che cresce a double-digit: “A causa delle tensioni Cina – USA parte della produzione è stata spostata in India, inoltre i prezzi in Cina sono molto saliti, soprattutto sulla costa, infatti la competitività del paese non è più quella di 15-20 anni fa” – “Così come l’IntraMed e il Mediterraneo stanno crescendo c’è un cambiamento della geografia dei traffici, secondo il cambiamento della geografia industriale, cambiano la produzione e le rotte”.

“Si sta ridisegnando la logistica globale e i trade stanno cambiando in modo importante, c’è una riconfigurazione di tutti i network, la Cina-Stati Uniti ha avuto una forte flessione, mentre il trade dall’India sta crescendo in Europa e negli Stati Uniti”.
Il conflitto nella striscia di Gaza “non ha creato effetti diretti, ma c’è un clima di incertezza come effetto indiretto, come già la guerra in Ucraina aveva fatto diminuire i consumi. Non ci sono restrizioni particolari neppure verso Israele, ma i traffici sono in sofferenza cosa che nel mercato si avverte”.
Così il susseguirsi di eventi improvvisi e radicali hanno creato un paradigma completamente diverso per il terminalista che deve essere in grado di adattare velocemente l’organizzazione e la gestione per poter reggere qualsiasi impatto.

Gli investimenti
Sul tema degli investimenti: Vecon ha firmato a maggio scorso la nuova concessione di 25 anni, fino al 2049, con un impegno di investimento di 78 milioni di euro, dei quali 10 milioni sono già stati spesi.
Per Sech la cui concessione avrà una durata di 25 anni, fino al 2047, si prevede un impegno di investimento di 120 milioni. Ferrari conferma l’ordine di due gru insieme ad altri mezzi di banchina.
I due terminal genovesi, hanno investito oltre 45 milioni solo negli ultimi 22 mesi, a partire da gennaio 2022, per l’implementazione dell’equipment e delle infrastrutture tecnologiche e digitali al fine di migliorare le prestazioni richieste dal mercato E’ inoltre in fase di rinnovo il parco tecnico e tecnologico per sostenere il cambiamento della tecnologia. L’attenzione alla sostenibilità vedrà la sostituzione dei mezzi diesel con i mezzi elettrici, utilizzando l’energia prodotta solo da fonti alternative, come a breve l’installazione di pannelli solari per produrre parte dell’energia.

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Il mercato del Sud Europa
In un mercato con una potenzialità di crescita dell’1%”, l’intermodale è il grande obiettivo a cui puntare. Tema portante per lo sviluppo delle banchine genovesi di PSA è “l’allargamento del bacino di utenza e la necessità di essere efficienti nel raggiungere il mercato del Sud Europa”. Per fare questo l’azienda ha investito in uffici a Basilea e a Stoccarda.
“Sulla Svizzera si tratta già un prodotto maturo che i clienti apprezzano da qualche anno soprattutto per i traffici: Middle East, Far East, IntraMed. Prodotto sostenibile rispetto alle rotte di traffico del Nord Europa, perché l’abbattimento di CO2 è superiore. In Germania invece il servizio è appena partito, tuttavia ha dovuto scontare un gap importante di noli tra il Mediterraneo e il Nord Europa, la sovracapacità di stiva del Nord Europa ha dato origine a noli più bassi rispetto al Mediterraneo, ma “adesso l’interesse sta crescendo quindi il progetto sta andando avanti”.

La logistica
Allungare la catena logistica è l’altro obiettivo del gruppo, diventare operatori logistici, quindi l’investimento guarda con interesse a “interporti, treni e magazzini acquistati a livello europeo” –  Ferrari conclude – “ci piacerebbe creare qualcosa anche in Italia, che abbia un raccordo con la ferrovia, al servizio dei principali mercati italiani di import – export: Milano, Bologna, Padova”.

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