di Roberto Nappi
LIVORNO – Stefano Corsini, presidente dell’Autorità portuale di Livorno e Piombino, e il segretario generale Massimo Provinciali sono stati interdetti per un anno dai pubblici uffici dalla Procura di Livorno. Interdizione decisa dal giudice istruttore Marco Saquegna. L’accusa (con un”sistema illecito” come ha scritto il giudice) è abuso d’ufficio per la concessione temporanea di una banchina portuale “senza che fosse rilasciato il permesso a costruire”. L’nchiesta della Procura della Repubblica, coordinata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco, è iniziata nel 2016 dopo un esposto presentato da un terminalista. Quanto prima il ministro Toninelli nominerà un commissario straordinario che secondo indiscrezioni potrebbe essere l’ammiraglio Pietro Verna.
La zona per la quale sono stati concessi accosti temporanei si trova in un angolo della Darsena Toscana ed ha un’estensione di 2 ettari, appena il 2% dell’area portuale. Il tribunale oltre a Corsini e Provinciali ha interdetto, sempre per un anno, quattro manager legati a società che effettavano i servizi di banchina per gli armatori. Si tratta di Costantino Badissara Gruppo Grimaldi, Massimiliano Ercoli – Seatag Autostrade del mare e i cugini omonimi Corrado Neri e Corrado Neri. Sono inscritti nel registro degli infìdagati anche Giuliano Gallanti ex presidente dell’Authority di Livorno e Matteo Paroli ex responsabile del settore del Demanio Autorità portuale Livorno e dal 2015 segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona. Per questi ultimi due lo stesso giudice ha rigettato la richiesta di interdizione.
Il sindaco Filippo Nogarin ha commentato: ‹Quanto sta succedendo nel porto di Luvorno puà avere gravi ripercussioni sulla città. Auspico che il ministero riesca a trovare quanto prima la soluzione più adatta e che questa fase di paralisi duri il meno possibile».
Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, «Ritengo opportuno di essere convocato dal ministro delle Infrastrutture per concertare la nomina del commissarrio straordinario per salvaguardare così il principio di leale collaborazione tra lo Stato e la Regione e lo spirito della Legge 84. Questa mia richiesta – conclude Rossi- è fortemente motivata anche in virtù degli ingenti impegni finanziari che la Regione Toscana ha assunto per la realizzazioe delle infrastrutture portuali di Livorno».
Come si vede è un vero e proprio terremoto e siamo solo agli inizi. Ma chi ne soffrirà maggiormente sarà il porto di Livorno e la sua prevista e tanto sognata espansione a mare, cioè la costruzione della Darsena Europa, con fondali di 13-15 metri il cui ulteriore ritardo potrebbe proiettare il porto verso la decrescita a scalo regionale.