Livorno: Darsena Europa, vada avanti il nuovo progetto

di Lucia Nappi
 
LIVORNO- Il cluster marittimo livornese unito al mondo imprenditoriale in una nota (da noi già pubblicata) denuncia la situazione di stallo del porto, conferisce pieni poteri al Comitato Portuale, una sorta di ammutinamento del Bounty, per prendere la situazione in mano e per dare una sferzata al MIT e all’Autorità di Sistema locale.
 
Gli argomenti sono i soliti, quelli che da qualche mese passano di bocca in bocca sulle banchine, ovvero la mancata costituzione del principale organo di amministrazione del porto, il Comitato di gestione, e il mancato avvio del bando del progetto Darsena Europa. Questioni che sembrerebbero destinate a sbloccarsi, in parallelo, a fine settembre, ma il mondo imprenditoriale labronico lamenta che i tempi sono troppo lunghi.
In merito alla Darsena Europa l’ultima circolare ministeriale indicava che, in accordo con la Regione Toscana e l’Authority, si sarebbe pervenuti alla modifica del progetto. L’esigenza di rimettervi mano, metteva quindi nero su bianco, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, la volontà del ministro Delrio di andare avanti sulla nuova infrastrutturazione a mare del porto toscano.
Alla nota ministeriale ha fatto seguito il massimo riserbo e, in merito a quali fossero gli elementi da rivedere e correggere, niente è stato reso noto. Sulle colonne del quotidiano locale, Il Tirreno, nelle settimane successive si è parlato di un nuovo identikit della Maxi-Darsena Europa, cosi come era in corso di modifica, da fonti non specificate, spiegandone gli elementi cardine delle modifiche.
 
LE MODIFICHE:
Lo spezzettamento in lotti: attraverso un sistema in grado di attivare il progetto in un lasso temporale sequenziale così da poter avere una dimensione iniziale un po’ più limitata da sviluppare, eventualmente, in lotti successivi.
Il credito
L’ingranaggio del credito, aspetto non secondario nella progettazione, sembra essere uno degli elementi che verrà messo sotto la lente d’ingrandimento. Del resto i problemi di bancabilità del progetto erano già stati sollevati dalla Regione Toscana nel dicembre 2016.
Il nuovo Terminal
Verrà modificato il disegno della piattaforma a mare: un nuovo piazzale di 800 mila mq e di 1,3 km di banchina, su cui nascerà un nuovo Terminal che andrà a collocarsi dove nel progetto originario erano posizionate le vasche di colmata.
Questo dovrebbe essere il cambiamento progettuale più importante, reso possibile dalla modifica alla normativa sui dragaggi che dà la possibilità di sversare i fanghi in mare. Nel progetto originario infatti la dimensione dei piazzali era determinata dalle vasche di colmata in cui dovevano essere ricollocati i milioni di metri cubi di detriti provenienti dall’escavo dei fondali, dragati alla profondità di meno 16 mt.
Pertanto sulla base delle modifiche introdotte dalla normativa, il nuovo piazzale non avrebbe la necessità di buona parte delle vasche di colmata che presentava invece il progetto originario.
La tempistica
Dal punto di vista della tempistica il cambiamento introdotto dovrebbe riguardare la modalità di attuazione delle fasi progettuali che la nuova progettualità sembra miri a mettere in parallelo, riducendo così i tempi necessari a raggiungere la fase di realizzazione e l’inizio operatività del Terminal.
Non solo container
Prenderebbe quindi forma un  progetto di una piattaforma a mare con funzionalità non solo di terminal container, ma in grado di far posto a diverse tipologie di traffico. Allontanerebbe quindi lo spettro della sovraofferta di banchine e spazi dedicati esclusivamente alla movimentazione di container, il rischio di over capacity infrastrutturale, malattia grave di cui la Corte Europea ha accusato il nostro paese di soffrire e, nei confronti della quale il ministro Delrio ha prescritto la cura.

 

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