Recovery Plan, Giachino: «Infrastrutture digitali e fisiche per dare centralità ai porti»

Mino Giachino
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La vera sfida per il Paese è il Recovery Plan, la pianificazione con le proposte che il Governo italiano dovrà presentare all’UE, il 15 ottobre, per non disperdere le risorse i 209 miliard del Recovery Fund, in mille rivoli e concentrandole nei punti nevralgici delle riforme da affrontare.

Sul tema interviene Mino Giachino, presidente Saimare: 

«I soldi a fondo perduto del Recovery Fund sono una occasione storica che non capiterà per altri 50 anni. Il mondo dei trasporti e della logistica porti una Vision per il Paese.
Dopo l’intervento di Draghi non ci sono più scuse, CRESCITA ECONOMICA e LAVORO sono i temi centrali per il Paese e anche per il mondo della portualità e della logistica che deve dimostrare di avere un progetto Paese».

Quali gli investimenti prioritari per non disperdere le risorse?
«Prioritari gli investimenti che hanno un moltiplicatore di sviluppo simile a quelli del primo Piano Marshall (ogni dollaro ne metteva in moto 6).
Priorità pertanto alle Infrastrutture che ci collegano al mercato internazionale come i corridoi ferroviari (Reti Ten-T) che ci collegano all’Europa, porti efficienti per i collegamenti da e verso Africa, Cina e India, i dragaggi, la Nuova Diga foranea a Genova».

«Con la realizzazione dei corridoi ferroviari europei, tutti collegati ai porti di Genova, Savona, La Spezia, Venezia e Trieste e con i quattro incroci dei corridoi ferroviari a Novara, Milano, Verona e Padova, la Pianura Padana diventerà la Grande Area Logistica del Sud Europa che andrà dal confine dei Paesi della ex Jugoslavia sino a Lione (con la TAV).
Dragaggi e la Nuova Diga foranea di Genova renderanno i porti del Nord Tirreno e del Nord Adriatico i punti di passaggio più brevi e meno inquinanti per le merci da e verso l’Europa».

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Infrastrutture fisiche ma anche digitali, come indica anche l‘UE
«Come ha detto giustamente Paolo Pessina di Hapag Lloyd infrastrutture digitali e fisiche potranno finalmente dare la centralità ai nostri Porti come immaginava, pensate,  Camillo Benso Conte di Cavour.
Con questa Visione potremo puntare a ricavare dagli 82 miliardi a fondo perduto lo stesso risultato che De Gasperi e i suoi governi riuscirono ad avere dai soldi a fondo perduto del Piano Marshall. Potremo recuperare cioè molti punti di PIL e aumentare la crescita della economia e del lavoro».

A quale obiettivo deve mirare il nostro Paese con il Recovery Plan?
«Investendo  nei porti e nelle reti di trasporto ferroviarie europee, Reti Ten T, il nostro Paese avrebbe finalmente l’ccasione per diventare il perno logistico del Sud Europa, porta naturale verso l’Europa e verso l’Africa, il Medio e l’Estremo Oriente.
Autostrade e trafori autostradali alpini ci portarono al Boom economico degli anni 60-70. Con i porti e le Reti ferroviarie AV che daranno un forte rilancio anche alle nostre Città potremmo uscire dai lunghi anni della stagnazione e dare una speranza di l’acoro alle giovani generazioni».

 

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