INTERVISTA/Giachino «Controlli nei porti troppo lunghi, sbloccare lo Sportello Unico»

Mino Giachino

Interviene Mino Giachino, presidente e amministratore delegato di Saimare spa, azienda leader nel settore delle Spedizioni e della logistica- Infrastrutture: «L’Europa ci ha detto di spingere sugli investimenti pubblici in infrastrutture in tempi brevissimi» – «Il pacchetto per gli investimenti non viene fuori».

Lucia Nappi

LIVORNO – Mino Giachino riconfermato presidente di Saimare spa e subentrato a Renzo Muratore nel ruolo di amministratore delegato dell’azienda leader nazionale delle spedizioni, nel cui board siedono le maggiori famiglie genovesi dello shipping: Spinelli, Cosulich, Clerici e Scerni. Per Corriere marittimo Giachino, ex sottosegretario ed esponente di Forza Italia, è intervenuto commentando l’attuale situazione economica con riferimento ai settori di logistica e  portualità.

Giachino, la riconferma e la nuova carica in Saimare. Quale è la difficoltà maggiore in questo momento per le imprese del vostro settore, la logistica?
«Avere la riconferma di gestire questa azienda storica delle spedizioni, una delle aziende leader nel nostro settore , è un onore. Il momento è difficilissimo perchè noi paghiamo il lockdown dell’economia mondiale e quello interno. Nell’economia degli ultimi anni il ruolo delle esportazioni è cresciuto molto queste valgono il 35% del Pil nazionale. Saremo il Paese che perderà di più, perchè oltre al blocco interno pagheremo il blocco esterno decretato dalla Cina e poi degli altri paesi – da quelli asiatici agli Stati Uniti – che ha semi paralizzato il traffico mondiale delle merci e ibernato il traffico delle crociere».

Sistema della logistica, quali le necessità immmediate?
«Per il sistema logistico potrà giocare un ruolo fondamentale lo Sportello Unico dei Controlli nei porti (SUDOCU) una norma, a costo zero, prevista all’art.20 della Riforma dei porti del 2016. Il Governo, in questo momento di grande difficoltà,  deve fare le cose che non ha fatto fino ad adesso, la cosa più semplice è sbloccare lo Sportello Unico dei Controlli che ci darebbe una posizione di vantaggio».

Altro tema dolente sono gli investimenti per le infrastrutture
«Nelle previsioni della Commissione Europea il nostro Paese è quello più colpito dall’attuale crisi, pertanto la Commissione ci ha detto di spingere sugli investimenti pubblici in infrastrutture e in tempi brevissimi.
La nuova Diga al porto di Genova, la Gronda Autostradale di Genova insieme alla costruzione delle Reti ferroviarie che collegano il nostro Paese al Centro Europa dovrebbero essere prioritari perché sono investimenti che hanno il moltiplicatore più alto, cioè sono quelli che in rapporto alla spesa avranno la ricaduta economica e occupazionale decisamente maggiore».

Il modello Genova per il governo non è un modello replicabile
«Rispetto al modello Genova ci sono norme per sveltire le infrastrutture, ma il dissidio tra le forze di governo  fa sì che il pacchetto per gli investimenti non viene fuori, perchè i 5Stelle sono contrari alla Gronda di Genova e ad altre infrastrutture.
Questo preoccupa perchè quando la Corte costituzionale tedesca mette in discussione gli interventi della Banca centrale europea, è evidente che la massima spinta economica che il nostro Paese potrà avere, per infrastrutture e opere pubbliche, sono quelle interne. Ma i 5Stelle sono contrari ad alcune di queste opere e alle misure che velocizzano le opere»

La crisi liquidità è una delle maggiori denuncie che proviene dalle imprese del comparto logistico
«Tutti gli altri paesi hanno già dato un finanziamento a fondo perduto. Tra marzo e aprile si è perso quasi il 30% al 50% dei traffici. Il decreto liquidità non riesce a decollare, abbiamo dovuto aspettare un terzo decreto. Questo governo è lento ad intervenire rispetto agli altri governi, perchè non sono ancora arrivati i fondi alle aziende, sono preoccupato su come verrà gestito il rilancio.»

Portualità, quali le maggiori difficolta?
«Punto numero uno: i tempi dei controlli nei porti sono troppo lunghi, ci mettono fuori concorrenza è un problema di volontà politica, non si riesce a mettere a fattor comune il ministero della Sanità con le dogane. Abbiamo bisogno di avere procedure snelle nei porti e infrastrutture efficienti, invece tutte le autostrade che portano agli scali liguri hanno deviazioni, come l’autostrada Voltri-Sempione che ha sei corsie – tre per ciascuno dei sensi di marcia – però da Alessandria a Genova ne funzionano solo due, una ad andare e l’altra a ritornare.
Sulle infrastrutture c’è una divisione interna al governo che fino ad adesso ha bloccato l’uscita dei finanziamenti per le Opere, inoltre non sono stati dati fondi alle aziende, non viene dato loro credito. Ci troviamo nella crisi peggiore del dopo guerra e abbiamo il governo spaccato e non efficiente a rispondere.
Il mondo della logistica è spaccato ognuno corre per conto proprio, se vuole voltare pagina e incidere di più deve essere compatto».

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