Darsena Toscana, ZLS e Alta velocità ferroviaria la Toscana Centro Costa non può più aspettare

Confindustria Toscana Centro e Costa, alla prima uscita pubblica, punta ad un sistema territoriale imprenditoriale competitivo e chiede garanzie alla politica sullo sviluppo delle Inrastrutture e e della Logistica.
Bigazzi Neri

FIRENZE – La prima uscita pubblica di Confindustria Toscana Centro e Costa, nel corso della conferenza stampa svolta nella sede fiorentina, il vertice associativo ha lanciato gli obiettivi di un documento programmatico con obiettivi ben chiari su cui sollecitare la politica, nel momento in cui questa si sta preparando alle elezioni europee ed amministrative.

Un piano incentrato su tre capi saldi: “Infrastrutture, Logistica e Capitale umano” e sui quali rilanciare lo sviluppo delle imprese dell’area metropolitana di Firenze e delle province di Livorno e di Massa Carrara, in maniera omogenea.

Un programma che, l’ottava Confindustria territoriale nazionale, nata il 1 marzo scorso dalla fusione delle realtà confindustriali Firenze e Livorno – Massa Carrara, ha annunciato per voce  del suo presidente Maurizio Bigazzi, affiancato dal vicepresidente vicario e presidente della delegazione di Livorno, Piero Neri e il vicepresidente e presidente della delegazione di Massa-Carrara, Matteo Venturi.

Confindustria

La fusione è stato “un traguardo di un’impresa collettiva” resa possibile con “lungimiranza e spirito associativo” – ha siegato Bigazzi – in rappresentanza di “un sistema associativo capace di pensare in grande e di uscire dalla logica dei gonfaloni”.
Pertanto dopo avere ringraziato per l’impegno la struttura, alla cui direzione siedono Leonardo Bandinelli e Umberto Paoletti, il presidente è passato a mostrare il peso specifico di “un sistema imprenditoriale e territoriale proiettato verso la competizione del mercato globale”, sciorinando i dati e i numeri di “una di carta d’identità industriale e imprenditoriale”.

I numeri della qualità di un tessuto imprenditoriale

I territori di Firenze, Livorno e Massa Carrara hanno insieme un milione e mezzo di abitanti, pari al 41% della popolazione regionale. Qui si producono 48 miliardi di valore aggiunto, ovvero il 45% del PIL regionale.

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Un tessuto economico in cui sono concentrati:
il 36% delle imprese manifatturiere toscane;
il 47% delle imprese della logistica;
e il 46% delle imprese del settore estrattivo.

Con player di livello internazionale, un hub manifatturiero tra i più importanti d’Italia per l’industria: metalmeccanica, del lusso, farmaceutica, estrattiva, nautica, siderurgia, turistica e alimentare.
Un sistema imprenditoriale eccellente, composto da imprese di medio-grande dimensione, il cui valore aggiunto è del 9% superiore rispetto a quello della media regionale.

Infrastrutture e logistica

Il primo obiettivo infrastrutturale emunciato è quindi il progetto della Darsena e Europa nel porto di Livorno, la piattaforma portuale e logistica, di terra e di mare, che una volta realizzata potrà dare una forte impennata all’economia dei territori. Su questo Bigazzi è chiaro: “è necessario procedere con velocità”, come per l’altro tema “importantissimo” della logistica che vede nell’istituzione della ZLS Toscana un volano di sviluppo per le imprese, tema sul quale Bigazzi richiama l’intervento del vicepresidente Neri.

Infrastrutture e collegamenti logistici su cui chiedere le garanzie alla politica. Quindi l’autostrada Tirrenica, l’Alta capacità ferroviaria, insieme al collegamento regionale della FI-PI-LI, oggi “imbuto anti-competitivo”.

Perchè ormai è chiaro, investire in logistica crea un effetto moltiplicatore, Bigazzi ci tiene a recitre il mantra: “Ogni euro investito in questo settore, genera 2 euro e mezzo di valore nel sistema economico”.

Assist servito al vicepresidente Neri che sull’aspetto logistico ricorda la presenza sul territorio “export oriented” di tre porti di livello nazionale e internazionale (Piombino, Livorno e Marina di Carrara) di un aeroporto Peretola, ma anche Pisa, e dell’interporto di Guasticce. Pertanto al centro dello sviluppo economico ci sono le infrastrutture immateriali e materiali su cui Neri sollecita la politica.

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A partire dalla richiesta di una rapida istituzione della ZLS Toscana, quale driver di sviluppo industriale e manifatturiero per la “semplificazione delle procedure e delle pratiche burocratiche” “per le imprese che decideranno di insediarsi su questi territori”. A conclusione di un percorso avviato da molto tempo e che, se non tempestivamente portato a termine, rischia di rallentare le iniziative assunte dalle istituzioni regionali, territoriali e dalle Adsp interessate.

L’affondo continua sulle infrastrutture materiali:la nuova stazione Alta Velocità/Alta Capacità di Firenze, l’implementazione della ferrovia Livorno-Pisa-Firenze per connettersi all’AV/AC ferroviaria, la Tirrenica, la FI-PI-LI.

Altrettanto strategiche le infrastrutture immateriali e il ruolo della formazione continua per le imprese. Capisaldi ne sono il trasferimento tecnologico fra le aziende, lo scambio di conoscenze, lo sviluppo del capitale umano con al centro l’interazione tra scuola, mondo del lavoro e formazione.

In conclusione il vicepresidente Neri sottolinea come l’azione confindustriale miri a “porre fine alla Toscana a due velocità” contributo quello confindustriale per aumentare la competitività delle imprese in un’economia export oriented, dove il processo di globalizzazione, la crisi del Mar Rosso e in Ucraina, con conseguenze dirette sui traffici marittimi, ampliano le iniziative di reshoring e in alcuni casi di friendly reshoring.

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