PIOMBINO – Il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha riconfermato l’impegno attivo del governo per la riqualificazione e lo sviluppo del polo industriale di Piombino durante un colloquio con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
“La disponibilità espressa dal ministro – ha detto il governatore regionale – prevede anche un coinvolgimento diretto dello Stato nel capitale della società che gestisce le acciaierie, utilizzando soluzioni consentite dal nostro ordinamento per gli impianti ritenuti strategici.”
Le prospettive del sito di Piombino tra gli aspetti principali prevedono il rilancio e la modernizzazione ecologica del sito industriale siderurgico piombinese attraverso la diversificazione produttiva e la transizione ambientale dell’area. Un tema, questo che era stato trattato anche nell’incontro di ieri col ministro per la transizione ecologica Cingolani: “E’ necessario – ha detto Giani – che i due ministeri cooperino per affrontare questa partita che è industriale e ambientale” – Giorgetti nel ha dato garanzia di un confronto con i ministri Cingolani e dell’Economia e Finanze, Daniele Franco, per gli aspetti connessi con le opportunità legate al Recovery Plan.”
Fondamentale: Conoscere le intenzioni di Jindal
Includendo nel dialogo le organizzazioni sindacali, il prossimo passaggio dovrà coinvolgere necessariamente il partner privato, Jindal. “Accanto agli impegni dei soggetti pubblici, Regione e, a questo punto, Governo, è infatti necessario conoscere le intenzioni di Jindal. Ideale sarebbe infatti inserire gli impegni di tutti in una Intesa complessiva sul polo di Piombino”.
“Questi primi passaggi di confronto con il Governo – aggiunge Gianni Anselmi, consigliere delegato dal presidente sulla questione – sono stati molto utili e conforta l’attenzione che insieme al presidente abbiamo registrato su una vicenda che abbisogna dopo anni di difficoltà di un punto di svolta vero. Un rinnovato e ancor più incisivo impegno della parte pubblica dovrà tuttavia essere condizionata a un piano industriale serio e a un corrispondente impegno del privato sugli investimenti, perché anche nei settori strategici di base non sarebbe etico favorire forme di imprenditoria assistita e passiva. Per meritare sostegni pubblici servono una visione e un protagonismo condivisi.”