ROMA – In corso a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno il Def, documento di economia e finanza e la relazione al Parlamento sullo scostamento di bilancio, i 55 miliardi di euro che saranno il cuore del “Decreto aprile” che sarà varato per fine mese con al centro le misure per lavoratori e imprese. E’ stato il rapporto deficit-pil, l’entità dello scostamento di bilancio, il nuovo motivo di tensione nella maggioranza e per questa ragione il Consiglio dei ministri, previsto ieri è slittato ad oggi.
Intanto ieri i 27 leader dei Paesi Ue riuniti nel Consiglio europeo hanno incaricato la Commissione europea di presentare la sua proposta su un Recovery Fund, un fondo per la ripresa, legato al bilancio Ue. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, via social ha commentato l’esito del vertice europeo: «Grandi progressi – ha detto Conte- impensabili fino a qualche settimana fa. L’Europa ha riconosciuto la necessità di varare il Recovery fund, lo farà il giorno 6 maggio» – «Un fondo – così come annunciato dal premier – per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia ma non solo. Strumento urgente e necessario. L’Italia è stata in prima fila a chiederlo – con la lettera firmata anche con gli altri 8 Paesi è stata molto importante- uno strumento del genere era impensabile fino ad adesso e si aggiungerà a quelli già varati, Renderà la risposta europea molto più solida, ci auguriamo, più coordinata ed efficace».
Restano comunque distanti le posizioni dei leader europei. Angela Merkel ha espresso disaccordo su come finanziare il Recovery Fund: «se con sussidi o prestiti», ha detto, ma una cosa è chiara e cioè che il fondo sarà collegata al prossimo bilancio europeo per i prossimi sette anni. La cancelliera tedesca, si è detta disponibile ad aumentare la quota della Germania nel prossimo bilancio comunitario, ma ha detto no agli Eurobond, perchè per arrivarci bisognerebbe cambiare i trattati europei.
Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha chiesto che si mettano al più presto a disposizione dei Paesi, che lo riterranno opportuno, le misure già approvate come il Mes, per i costi dei sistemi sanitari diretti e indiretti. «Siamo partiti bene, ma per chiudere la partita – ha fatto sapere il presidente dell’Europarlamento, Davide Sassoli – dobbiamo andare oltre gli egoismi nazionali».
Il Pil dell’Eurozona, il peggiori di sempre
I leader dei partiti europei, hanno fatto troppo poco e hanno agito traoppo in ritardo, è l’avvertimento della presidente della BCE, Christine Lagarde, ai 27 leader del vertice europeo. Il pil dei Paesi dell’Eurozona rischia di subire una contrazione del 15% servono, misure rapide per la ripresa, risolute e flessibili, ha sottolineato Lagarde – che mette in guardia sul fatto che tutti i paesi non siano in grado di agire nel modo necessario. Che la situazione sia drammatica lo testimoniano i dati che arrivano dall’Eurozona: i peggiori di sempre, ad aprile l’indice PMI (Purchasing Managers’ Index) che sintetizza l’andamento dei settori manifatturiero e dei servizi, è sprofonadto ad un nuovo minimo storico 13,5 punti, dal 29,7 di marzo, che vuole dire un crollo d’economia europea.
Italia drastico calo dell’export
Il blocco delle attività per arretrare la pandemia ha messo in ginocchio soprattutto le piccole imprese, costrette ad una forte riduzione del personale. In italia sono state colpite pesantemente, nel mese di marzo, le esportazioni, secondo l’Istat, soprattutto ad avere avuto una brusca frenata sono stati i nostri scambi commerciali con paesi extraeuropei, il 12,7% in meno su base annua. Una flessione che sfiora i 14 punti percentuali sul mese di febbraio, quando la crisi sembrava ancora lontana, poi in un solo mese tutto è cambiato.