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L'impatto portuale su aree marine protette, prosegue il progetto europeo IMPACT

La più importante copertura radar d’Europa a tutela delle aree marine protette. Prosegue il progetto europeo IMPACT, che aggiunge alle proprie attività il potenziamento della rete transfrontaliera di misura e monitoraggio delle correnti marine.

Gli sversamenti di sostante nocive, dovuti a incidenti marittimi o a manutenzione e ingrandimento di aree portuali adiacenti, sono tra i principali fattori di rischio per le Aree Marine Protette (AMP). Individuare e promuovere linee di indirizzo in grado di conciliare la loro conservazione con lo sviluppo delle attività portuali transfrontaliere è il principale obiettivo del progetto IMPACT - Impatto Portuale su aree marine protette.

IL PROGETTO IMPACT
Finanziato dall’Unione europea, il progetto IMPACT (2017-2020) è coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine (CNR – ISMAR), sede di Lerici, con la partecipazione del Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “G. Bacci” (CIBM), del Consorzio Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile (LaMMA), dell’Institut Français de Recherche pour l'Exploitation de la Mer (IFREMER), dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), del Laboratoire d'Ecogéochimie des Environnements Benthiques (LECOB-CNRS), della Regione Toscana e dell’Université de Toulon.

Inserito nell’ambito del Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020, IMPACT cerca di tutelare le AMP attraverso un approccio innovativo, multidisciplinare e ad alto contenuto tecnologico.
Gli studi e le sperimentazioni sono realizzati nelle aree marine protette di Secche della Meloria, Cinque Terre, Port-Cros e Porquerolles e del Parco Marino Cap Corso e degli Agriati, e nei porti di Livorno, La Spezia, Tolone e Bastia, situati nelle loro immediate vicinanze.

I RADAR HF: COSA SONO E A COSA SERVONO
Poiché le correnti marine possono causare la rapida dispersione delle sostanze inquinanti dal luogo di sversamento, determinarne in modo puntuale l’andamento è condizione essenziale per ridurre al minimo il potenziale impatto sull’ambiente. La loro precisa identificazione è utile quindi per prevedere le possibili interazioni tra le attività portuali e le aree marine protette e fornire indicazioni per la loro migliore gestione.
In questo contesto si inserisce l’adozione dei radar ad alta frequenza (HF), strumenti di telerilevamento per la raccolta automatica di dati, che mettono a disposizione informazioni aggiornate sullo stato del mare e delle correnti.

Grazie al progetto IMPACT è aumentato il numero di stazioni radar operative sulle coste dell’area transfrontaliera e si è dato vita a un sistema coordinato di monitoraggio lungo 200 km di costa, con postazioni in zone strategiche per la presenza di porti e AMP, in aree comprese tra Toscana, Liguria e nella regione del Sud PACA in Francia.
Il progetto IMPACT, che ha capitalizzato gli investimenti avviati con i progetti RITMARE, MOMAR e SICOMAR, pone oggi le basi per un’ulteriore espansione della rete radar nel Mediterraneo Nord Occidentale.
L’obiettivo è arrivare, attraverso l’azione coordinata con i progetti SICOMAR PLUS e SINAPSI, facenti parte dello stesso Programma, a ottenere la più estesa copertura radar HF di un'area marina in Europa.

I DRIFTER
Le informazioni dirette sulle correnti marine, determinanti nel trasporto per esempio di contaminanti chimici tra i porti e le AMP, sono ottenute anche grazie all’impiego di drifter, boe flottanti che si muovono sulla spinta dalle correnti superficiali e la cui posizione viene tele-rilevata via satellite.
Il progetto IMPACT ha finanziato l’acquisto di decine di drifter e ha sostenuto l’organizzazione e l’esecuzione di campagne oceanografiche per il loro rilascio e tracciamento nell’area marina transfrontaliera.

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