No alla spartizione politica per le Autorità portuali

LA SPEZIA- La riforma del sistema portuale è arrivata alla definizione finale. Dopo il passaggio in Conferenza Stato-Regioni, dove ha ottenuto l’approvazione da parte dei presidenti degli enti, molte sono le perplessità, un testo che continua a non piacere al govermnatore della Regione Liguria, Giovanni Toti. La moratoria di massimo 36 mesi concessa dal governo a quei porti dove l’accorpamento risulta particolarmente complesso, concederà a Savona tre anni di indipendenza da Genova. Sul candidato a presiedere palazzo san Giorgio sembra sia stata raggiunta un’intesa tra i vertici nazionali del Pd e il presidente regionale a favore del candidato gradito al centrodestra, il coordinatore Forza Italia Liguria, Sandro Biasotti.

In territorio di spezzino dove l’accorpamento con Carrara ha trovato sempre un terreno favorevole, dato la collaborazione di fatto tra i due porti, tuttavia anche qui non mancano le perplessità.Ne parliamo con Giorgio Bucchioni già presidente e commissario dell’Autorità portuale di Spezia dal 1995 al 2005, già presidente di Assoporti, presidente di Confindustria La Spezia dal 2011 al 2015, oggi past president.

Si è conclusa la Conferenza Stato – Regioni, cosa ne pensa?

Bisogna capire cosa vogliono fare di questa riforma. Le premesse che hanno motivato il legislatore a cambiare la situazione attuale, non sono soddisfatte dalle normative che hanno messo in campo. I problemi della portualità italiana attengono alla buona gestione da parte delle Autorità portuali, quindi dall’impiego corretto dei fondi che hanno, che sono tanti circa 1 miliardo tra tutte le Authority e la realizzazione delle infrastrutture che sono necessarie.

Non vedo come si risolva il problema modificando il sistema dei comitati portuali, facendo diventare prevalente la composizione di enti pubblici. Mi auguro che la compensazione sia, come dichiarato più volte dal ministro e dai suoi collaboratori, che i presidenti saranno competenti, capaci e non politici, magari di recupero. In questo modo forse si riuscirà a fare qualcosa di positivo.

La legge 84 aveva principalmente tre criticità che la supposta riforma non affronta:

1- la legislazione ambientale italiana è obiettivamente contro la realizzazione di opere pubbliche;

2- il rapporto tra le Autorità portuali e i Comuni che sono conflittuari perché le esigenze politiche dei Comuni sono diverse dalle esigenze economiche delle Authority;

3- Che le risorse prodotte dai porti potessero essere impiegate parzialmente per la realizzazione delle opere pubbliche.

Come valuta l’accentramento e il tavolo di coordinamento previsto dalla riforma?

Il tavolo di coordinamento e gli sportelli unici, quello doganale e quello amministrativo, sono elementi positivi. Il coordinamento da parte del ministero mancava prima, esercitava una certa supplenza di questo Assoporti, ma che è bene che resti nelle mani di un governo centrale. Siamo un piccolo paese di 60 milioni di abitanti, non siamo la Cina, per cui è bene che il decentramento amministrativo abbia un coordinamento nazionale che dovrà diventare un coordinamento europeo immagino.

Come giudica l’accorpamento di La Spezia con Carrara?

Noi guardiamo positivamente il nostro rapporto con Carrara che è di collaborazione nei fatti e nell’economia, non è politico con la divisione in satrapie che è venuta fuori con l’istituzione delle Regioni. Ogni Governatore di Regione si è creato la sua satrapia. Sarei stato favorevole non agli accorpamenti, ma al radicamento delle Autorità portuali nei porti che avrebbero dovute averle quindi non 25 ma una decina di meno.

Riguardo alla nomina del presidente dell’autorità di sistema di Genova e quindi Savona, un toto nomina?

Mi auguro solo che saranno persone competenti e capaci. Quando Lupi aveva istituito le commissioni dei saggi e di esperti, per dare supporto alla stesura della riforma e per approfondire i temi, c’erano molte personalità e di livello che possono essere recuperate, poprio tra quelle che aveva incaricato Lupi. Mi fa inorridire questa logica spartitoria alla “Cencelli” che se io sinistra ci metto il presidente, tu destra ci metti il direttore generale. E’ una delle forme che hanno gravemente vulnerato la riforma della 84/94 che quando è entrata nella logica spartitoria politica ha fatto molti danni in molti porti.

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