Mentre l’Europa definisce le linee guida per la ripresa delle attività crocieristiche, in Italia si attende che le autorità competenti definiscano i protocolli sanitari. Cautela o ritardi?
LIVORNO – Il 19 marzo scorso venivano sospesi i servizi di crociera per le navi passeggeri italiane e veniva bloccato l’arrivo nei porti italiani delle navi da crociera battenti bandiera straniera. Il decreto n. 125 a firma dei ministri: Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli e della Salute Roberto Speranza, segnava per le navi battenti bandiera italiana, le società di gestione, gli armatori e i comandanti, l’inizio della messa in atto delle misure di prevenzione sanitaria e delle procedure per sbarcare tutti i passeggeri presenti a bordo.
L’onda d’urto del virus che ha travolto l’economia globale, ha colpito gravemente il settore crocieristico passato in pochi mesi, da avere grandi aspettative di crescita per l’anno in corso, a dover fronteggiare una pesante battuta d’arresto a colpi di fermo navi e cancellazioni delle prenotazioni, queste ultime arrivate a quota 50% a livello mondiale.
Per il comparto, il 2020, veniva annunciato come un vero e proprio “anno record” con quote di 32 milioni di passeggeri, per un totale di 278 navi attive, di cui 19 unità in più rispetto al 2019. Con previsioni di crescita per l’Italia pari al 6,7% rispetto al 2019, per un totale di 13,07 milioni di passeggeri (imbarchi, sbarchi e transiti).
Linee guida UE
L’Europa nel frattempo si è mossa nella direzione della ripartenza del settore. La scorsa settimana l’U.E, attraverso il programma EU Healthy Gateways, ha varato le linee guida per la ripresa del crocierismo. Un “vademecum provvisorio per la ripresa delle operazion” – come sottolineato da Clia, l’associazione internazionale dell’industria crocieristica, che ha accolto con soddisfazione tali indicazioni, specificando che le compagnie aderenti a Clia sono state “attivamente impegnate, insieme all’EU Healthy Gateways, nella definizione della fattibilità e dell’idoneità del vademecum come quadro di riferimento pan-europeo, all’interno del quale sarà possibile riprendere le operazioni”.
Italia, prudenza o ritardo?
La situazione in Italia procede con cautela, o forse più a rilento rispetto all’Europa. Ad inizio giugno il governo tramite il ministro Paola De Micheli annunciava un piano per fissare le linee guida per la ripresa graduale delle crociere in fase sperimentale. Veniva istituito un Tavolo, con il coordinamento del Mit e partecipato dai rappresentanti di ciascuna associazione di categoria, per la definizione delle misure destinate al comparto crocieristico e per la condivisione delle regole organizzative e finanziarie nella fase sperimentale di ripartenza. Ad oggi si è ancora in fase di lavoro per la stesura di un protocollo di prescrizioni sanitarie, da sottoporre al Comitato Tecnico Scientifico, per la gestione dei passeggeri.
La scorsa settimana Costa Crociere, annunciava una “ripresa delle crociere il più presto possibile” il che “potrebbe avvenire” – come dichiarato dalla compagnia a Corriere marittimo- “già a partire dal mese di agosto qualora i protocolli sanitari per il settore venissero definiti dalle autorità“. Il lavoro di definizione delle linee guida proseguono “a fianco di tutte le autorità competenti” – si attende pertanto il via libera dei ministeri competenti – a quel punto le prime tre navi a scendere in mare saranno: Costa Deliziosa, Costa Smeralda e Costa Diadema, così come annunciato da Neil Palomba, direttore generale della compagnia.
Stessa tempistica e stessa incertezza per MSC Crociere che sta “per finalizzare un nuovo protocollo sanitario e di sicurezza sviluppato in collaborazione con le autorità nazionali e con il supporto di un team di medici ed esperti indipendenti. Il nuovo protocollo coprirà tutti gli aspetti dell’esperienza in crociera, dalla fase di prenotazione fino allo sbarco e al ritorno a casa”- fa sapere Leonardo Massa, country manager MSC Crociere Italia – “Speriamo di poter iniziare a operare con qualche unità già da agosto“ – specifica Massa dal proprio profilo LinkedIn – individuando proprio nelle crociere nel Mediterrraneo una “best practice rispetto ad altre realtà“.