Spediporto, sì al dialogo con l’autotrasporto ma senza lo spauracchio del congestion surcharge

Spediporto: "Stop alla richiesta del sovrapprezzo per il tempo necessario ad un’approfondita analisi della situazione, circa un mese".
Gianpaolo Botta
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Congestion Surcharge, Spediporto: disposti al dialogo ma l’autotrasporto congeli la richiesta

Spediporto e Fedespedi intervengono con una nota stampa a seguito dell’incontro convocato dall’Autorità di Sistema Portuale per analizzare la situazione che si è venuta a creare dopo che le sigle dell’autotrasporto hanno annunciato l’intenzione di applicare una congestion fee per i ritardi nei cicli operativi portuali.

«Dialogo sì, ma senza la spada di Damocle del congestion surcharge»- hanno sostenuto con forza la propria posizione le due associazioni durante l’incontro a Palazzo San Giorgio al quale erano presenti per Spediporto: Giampaolo Botta, direttore generale e Massimiliano Revello consigliere, mentre Fedespedi era rappresentata dal presidente Alessandro Pitto.

«Siamo disponibiliad entrare nelle problematiche evidenziate dal mondo dell’autotrasporto – ha fatto sapere Botta – a trovare soluzioni anche da un punto di vista operativo. Però una condizione è necessaria: lo stop alla richiesta del sovrapprezzo per il tempo necessario ad un’approfondita analisi della situazione, circa un mese. I risultati emersi» – specifica ancora il direttore di Spediporto – «dovranno essere condivisi tra tutti gli operatori mentre all’Autorità di Sistema Portuale toccherà, poi, tradurli in nuove “regole del gioco”».

Spediporto e Fedespedi sottolineano come questo passo avanti potrà avvenire se tutte le parti in causa si presenteranno con serietà e voglia di trovare soluzioni concrete, senza che si debba agitare lo spauracchio del “congestion”.

Botta ricorda come gli spedizionieri siano già fortemente penalizzati dagli innumerevoli ritardi in ambito portuale: “Basti pensare – è il pensiero del DG Spediporto – a quelli, da noi più volte denunciati, legati a controlli sanitari. Un ulteriore aggravio di costi andrebbe a colpire indiscriminatamente gli operatori e sarebbe economicamente insostenibile”.

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