Il libro: “Portuali e marittime, perché no? La disparità di genere nei porti italiani” di Barbara Bonciani

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LIVORNO – Presentazione del libro “Portuali e marittime, perché no? La disparità di genere nei porti italiani”,  di Barbara Bonciani, edizioni Franco Angeli, 2024. in programma venerdì 5 settembre (ore 17,00 – 18,00) a Livorno presso Festa dell’Unità Nazionale sulla tematica “INFRASTRUTTURE E TRASPORTI”, Rotonda di Ardenza “Carlo Azelio Ciampi”.

BONCIANI Libro Il libro: "Portuali e marittime, perché no? La disparità di genere nei porti italiani" di Barbara BoncianiPROGRAMMA 

INTERVENGONO

Barbara Bonciani – Autrice, sociologa e docente, Università di Pisa
Valentina Ghio – Vicepresidente Gruppo Deputati PD
Amedeo D’Alessio – Segretario Nazionale FILT CGIL
Francesca Bernini – Docente IT Nautico Cappellini, Cappellini Livorno
Aurora Michelazzi – Diplomata IT Nautico Cappellini Livorno
Erica Bellucci – Diplomata IT Nautico Cappellini Livorno

MODERA – Lucia Nappi, Giornalista Direttrice Corriere marittimo
INTRODUCE: Francesca Cecchi, Donne Dem Livorno

 

L’autrice

A scrivere il libro è la sociologa Barbara Bonciani, docente presso l’Università di Pisa, ricercatrice associata CNR-IRCRES di Torino, vicepresidente dell’Associazione internazionale per la collaborazione tra porti e città RETE, ricercatrice presso l’IRISS del CNR di Napoli, impiegata nella Direzione Pianificazione e Studi dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale. Autrice di molteplici studi, pubblicazioni  in Italia e all’estero. Già Assessora al porto (dal 2019 al 2023) presso il Comune di Livorno.

Da cosa nasce il libro

Questa pubblicazione nasce dall’esperienza maturata da Bonciani come prima assessora alla portualità del Comune  di Livorno, nell’ambito del Progetto da lei ideato: “Il Porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?” con il quale si è voluto rendere visibile, raccontare e creare un modello delle donne lavoratrici in questi ambiti, nei quali la presenza femminile è veramente residua.

I numeri 

I dati (2022) parlano chiaro la presenza delle donne nell’ambito del lavoro portuale (ex artt. 16-17-18) supera di poco il 6%.

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La situazione è diversa se si parla di ruoli amministrativi, perché la presenza di donne impiegate all’interno delle Autorità di Sistema Portuale sale al 46% nel 2023, con alti livelli occupazionali, 47% di quadri e 31% di dirigenti. In controtendenza appare invece la presenza di donne nella governance portuale: nelle nuove nomine di commissari e a breve futuri presidenti, su 16 solo 1 donna. Per i segretari general, vedremo a breve. Si poteva fare di meglio.

La presenza delle donne come lavoratrici marittime, quindi a bordo, non è migliore, anzi assai più scarsa perché non si arriva neppure all’1%.

«Non esistono motivazioni valide che ad oggi non permettano a una donna di ricoprire ruoli operativi, amministrativi, di governance o apicali in ambito portuale e marittimo» –  scrive Barbara Bonciani nelle conclusioni del suo libro – «Nel nostro Paese ci sono donne di grandi competenze e capacità che già operano nel settore dei trasporti e in particolare in quello portuale e marittimo, e altre che non avrebbero alcuna difficoltà a ricoprire ruoli apicali o di governance in questi settori. Ci sono donne che già svolgono il ruolo di ufficiale o comandante a bordo nave come del resto che lavorano nelle banchine portuali, svolgendo tutte le mansioni, esattamente come colleghi uomini. Tuttavia, di queste donne si sa molto poco e in generale tutte le altre fanno ancora fatica a entrare in questi settori professionali, e con grande difficultà raggiungono posizioni di vertice, sia in ambito privato, sia nel pubblico. Le professioni, come i ruoli di vertice e di leadership, in questi settori sono ancora dominate dagli uomini. Eppure l’industria marittima come quella portuale sta vivendo da anni delle trasformazioni importanti, anche grazie alla crescente presenza delle donne impiegate, nei vari ruoli» –  «le donne non stanno solo sfidando gli stereotipi e i pregiudizi di genere, ma stanno emergendo per il loro indispensabile contributo al corretto funzionamento dei porti in tutto il mondo. Portando nuovi modelli di visione, di leadership e di gestione del lavoro che si aggiungono a quelli maschili. In italia, nei porti in cui sono presenti come nel comparto marittimo, le donne dimostrano in modo chiaro il loro valore e  le loro competenze anche in termini di capacità di collaborazione, mediazione, sintesi e soluzione dei problemi, contribuendo alla competitività all’innovazione, alla crescita e alla coesione sociale. Tuttavia, delle poche donne che abitano questi settori professionali si sa molto poco e mancano modelli di riferimento in termini di leadership femminile; questo fenomeno non solo tende ad allontanare le donne dalla scelta di queste professioni ma influisce negativamente sulle competitività complessiva dei porti, ambiti complessi e ancora poco attrattivi per le nuove generazioni in cui tuttavia la ricerca in termini di professionalità e competenze sono mutate e si sono diversificate negli anni aprendo anche nuove opportunità occupazionali che dovranno trovare risposte in termini di competente.»

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