Deiana: Porti sardi più competitivi con il bunkeraggio

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Parla Massimo Deiana, presidente dell’Autorità di Sistema dei porti sardi: Allo studio il progetto di bunkeraggio con bettoline per le navi che transitano attraverso il Mediterraneo. “Elemento importante per recuperare competitività”. 
 
CAGLIARI – I porti sardi potrebbero tornare a fare bunkeraggio, l’attività di rifornimento di carburante a bordo delle navi. Ne ha dato l’annuncio il presidente dell’Autorità di Sistema dei porti sardi, Massimo Deiana, durante il meeting degli agenti marittimi a Porto Cervo, incontriamo Deiana (video intervista) a margine dell’iniziativa: Il grande operatore presente sulle nostre coste, Saras, sta valutando la progettualità di fornire un servizio aggiuntivo, quello di bunkeraggio con bettoline, alle navi che transitano attraverso il Mediterraneo”. “Riteniamo che questo sia un elemento importante per recuperare competitività”. 
 
Il Gruppo Saras, operatore nella raffinazione del petrolio, è il proprietario dello stabilimento di raffinazione situato a pochi chilometri da Cagliari. L’offerta del servizio aprirebbe un nuovo scenario per i porti del sud della Sardegna. La Saras rifornirebbe i propri clienti, ovvero le navi che entrano e che escono nella raffineria con il carico di greggio come merce, mentre l’Autorità di Sistema darebbe il via all’attività di bunkeraggio per le navi, anche in acque internazionali, tale da intercettare parte del traffico in transito nel Mediterraneo, a poche miglia dalle coste sarde, ma che in Sardegna fino ad oggi non si fermano.
Sono 55 mila le navi che solcano le rotte del Mediterraneo,”- sottolinea Deiana- “anche se intercettiamo solo una parte di questi traffici, potrebbe rappresentare un elemento in più di sviluppo per i nostri porti e per l’economia della regione”.
 
Il nuovo servizio tuttavia da solo non può bastare ad attivare in maniera importante l’economia dei porti regionali che soffrono pesantemente dei problemi che hanno colpito il transhipment. E’ forte la crisi del porto di  Cagliari, principale scalo di transhipment del paese, dove il terminal container Cict del Gruppo Contship ha chiuso il 2017 con un calo di circa il 30%, probabilmente uno degli anni peggiori per il Terminal. I numeri della portualità sarda si muovono infatti sui traffici passeggeri, ro-ro, merci varie e crocierismo. 
Il progetto della società petrolifera sarebbe un elemento in più, aggiunto agli altri già presenti: le Zone Economiche Speciali, la zona franca, e gli altri vantaggi di posizionamento geografico” – dice Deiana, – “Questo potrebbe dare un vantaggio ed aumentare l’appeal dell’offerta dei porti della Sardegna”. “Però nessuno di questi aspetti, da solo, fa la differenza, ma tutti insieme sono elementi che possono realizzare una portualità competitiva”.
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