Effetto della pandemia sui porti indiani – Bloccati 250 mila Teu di rottami di metallo- L’industria del Riciclo dei rottami di acciaio in India è a rischio collasso e con essa sono a rischio sopravvivenza tutti i lavoratori del settore, categorie deboli della società.
LIVORNO – A causa della pandemia 250 mila Teu di rottami metallici sono bloccati nei porti indiani. La notizia viene riportata da Lars Jensen, esperto del settore shipping, fondatore di Sea Intelligence. Dall’inizio dello scoppio della pandemia in India molti importatori hanno infatti smesso di ritirare i carichi lasciando la merce nei porti e nei depositi dei container.
L’India è uno dei maggiori importatori mondiali di rottami di acciaio, settore che va ad alimentare l’industria del riciclo e del recupero dell’acciaio del Paese, costituita da circa 6 mila unità produttive che danno lavoro a migliaia di persone. Secondo Material Recycling Association of India (MRAI), l’Associazione che in India rappresenta le industrie dei materiali del Riciclo, il blocco dell’importazione dei rottami d’acciaio in questo momento sta determinando gravi difficoltà finanziarie per il comparto, tale da mettere a rischio sopravvivenza tutte le migliaia di lavoratori del settore e un gran numero di persone collegate indirettamente a questa attività, come i raccoglitori di stracci e i piccoli aggregatori di rottami, che come è facilmente intuibile appartengono alle categorie più deboli della società indiana.
Nelle prime fasi della pandemia i container hanno iniziato a non essere ritirati a causa della carenza di manodopera e delle difficoltà logistiche – un problema che persiste ancora oggi, ma non come nei mesi precedenti. Infatti allo stato attuale, secondo MRAI, quello che principalmente determina la permanenza dei contenitori nei CFS (container cargo station)/ ICD (Inland Container Depot) è che il pagamento delle tariffe portuali, quelle di giacenza dei container e il pagamento dovuto alle compagnie armatoriali, supererebbe il costo ed il valore stesso del carico, tale da fare decidere all’importatore, almeno per il momento, di non prendere in consegna la merce.
L’intervento del Governo
A poco al momento è valso l’intervento del ministero indiano della navigazione che, per cercare di risolvere il problema, ha fatto da mediatore tra le parti ed ha varato delle misure specifiche per cercare lo sbloccare. Sia i porti che le compagnie di navigazione sembrano non recedere dalle proprie posizioni, tale che da più parti si lanciano appelli al Governo, ma anche alle compagnie di navigazione, affinchè si riattivi il flusso logistico di 250 mila Teu.