Caso Venezia, Bilancio bocciato – Duci a fianco di Musolino: 8 porti su 15 nel frullatore di sfiducia o inchieste

GianEnzo Duci
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VENEZIA – A due settimane di distanza dall’altro caso che ha trascinato l’altro presidente di Authority, Zeno d’Agostino, nella bufera dei ricorsi al Tar, con il conseguente commissariamento del porto di Trieste, adesso è scoppiata questa ultima bomba sul porto di Venezia, che potrebbe fa giungere ad un ulteriore commissariamento di un altro porto dell’Adriatico, quello di Venezia.

La bocciatura del Bilancio consuntivo del 2019 dell’Autorità di Sistema portuale di Venezia, è arrivata come un fulmine a ciel sereno durante il Comitato di Gestione del Porto, in seguito alle dichiarazioni di voto contrario dei rappresentanti  della Regione del Veneto e della Città metropolitana di Venezia, Maria Rosa Anna Campitelli e Fabrizio Giri.

Un Comitato di gestione “di fuoco” «che avrà conseguenze gravissime per tutto il cluster marittimo di Venezia e Chioggia già provato dalle ricadute negative della pandemia e della conseguente incertezza economica a livello globale» ha dichiarato il presidente dell’AdSP Pino Musolino durante la conferenza stampa convocata di tutta fretta immediatamente dopo la conclusione della riunione.

Le dichiarazioni di voto contario sono «uguali, copia incolla parola per parola» e «fanno allusioni a presunte fumosità» il voto contarrio non avrebbe giustificazioni  «non è stato motivato e va a bloccare le attività del porto» – «Le uniche osservazioni non sono pertinenti o articolate e una parte della dichiarazione di voto addirittura esprime la non necessità di spiegare l’accaduto»- Ha spiegato così  il presidente – «Nelle dichiarazioni di voto si legge che non si ritiene utile dettagliare i motivi che portano a espressione di voto non favorevole» – specifica il presidente Musolino- « il fatto è devastante  perché diventa impossibile utilizzare gli avanzi di amministrazione per distribuire fondi ai lavoratori portuali e alle imprese come stabilito dal decreto ‘Rilancia Italia’. E’ una cosa che ha dell’incredibile». «Noi abbiamo presentato un bilancio perfettamente in salute, perfettamente regolare vistato dai Revisori dei conti che sono nminati dal ministero dell’economia e delle finanze e dal MIt. Un bilancio che presenta un avanzo di 26,2 milioni di euro, e un risultato di bilancio definitivo di 10,5 milioni di euroin attivo. Sono estremamente sereno.» – «Il bilancio è inequivocabilmente buono – ha concluso – dopo tre anni e mezzo di mia gestione con risultati di traffici molto buoni».

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Non si colpisce me, ma i lavoratori
«Così non colpiscono me ma l’economia di Venezia» „commenta Musolino -« ma l’economia del territorio, impedendo al porto di sostenere le compagnie dei lavoratori portuali che hanno bisogno di liquidità, vista il forte calo del volume dei traffici in emergenza Covid. Bloccando il rendiconto si fermano tutti i processi, anche quelli previsti dall’articolo 199 del decreto Rilancio, che prescrive il supporto ai profili salariali dei lavoratori a integrazione delle paghe».

Tempestive le dichiarazioni di Gian Enzo Duci presidente di  Federagenti:
«Andando avanti di questo passo non vorremmo essere costretti a interrogarci su chi fra i 15 presidenti dei porti italiani, sedi di Autorità di Sistema Portuale, riuscirà a concludere il suo mandato senza essere colpito o affondato, o da “mozioni di sfiducia” o da provvedimenti giudiziari».

Nelle dichiarazioni Federagenti sottolinea le  «pesanti perplessità sul futuro della portualità italiana e sul rischio di uno scenario in cui a essere premiati potrebbero essere solo i presidenti di porto, che preferiscano assumere con estrema prudenza qualsiasi tipo di scelta proprio per tenersi alla larga dai “siluri” che con sempre maggiore intensità attraversano le acque portuali”. “Non è solo un problema di solidarietà personale a un presidente – continua Gian Enzo Duci – ma anche un problema operativo serio: già 8 porti su 15 sono entrati nel frullatore di sfiducia o di inchieste giudiziarie, al punto di parlare di vero e proprio conto alla rovescia verso il totale azzeramento in banchina delle scelte compiute dall’ex ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Nel caso specifico di Venezia – prosegue il presidente di Federagenti – il bilancio sul quale aveva dato parere favorevole a maggioranza l’Organismo di partenariato e quindi le categorie imprenditoriali che in esso sono rappresentate, quindi i Revisori dei conti, è stato bocciato per il voto contrario del Comitato di gestione nel quale sono rappresentate le Istituzioni locali. Una scelta che per legge deve essere motivata dall’emergere di precise inadempienze e violazioni”– conclude il presidente di Federagenti – “Di certo nel momento in cui i porti dovrebbero imprimere una spinta decisiva al rilancio del sistema Paese, incidendo in modo determinante sul sistema produttivo, cosí come sul settore turistico, la nuova ondata di sfiducia non soffia propriamente nelle vele del sistema portuale un vento che fa vincere le regate al Paese. E come operatori del settore questo degrado non puó non sollevare crescenti preoccupazioni”.

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