Le interviste di Wista Italy – Barbara Pozzolo, avvocato cassazionista, nel cda di Wista Italy referente per la Formazione, confermata all’inizio di maggio nel cda di Aeroporto di Genova SpA – Il Cristoforo Colombo «nel 2019 ha superato per la prima volta nella sua storia la soglia del milione e mezzo di passeggeri» – «Questa emergenza, che ha travolto in maniera particolarmente violenta il settore del trasporto aereo»
di Adele Marra
GENOVA – Barbara Pozzolo, socia Wista al secondo mandato nel board dell’associazione, è stata confermata nel cda dell’aeroporto di Genova, unica componente donna, le abbiamo rivolto alcune domande:
L’aeroporto di Genova chiude un 2019 in attivo e con una crescita da primato italiano, con un accantonamento che servirà in parte a contenere i danni dovuti all’emergenza Covid19. Quali i futuri obiettivi?
«Nel 2018 l’Aeroporto di Genova è stato lo scalo con il maggior tasso di crescita del traffico passeggeri in Italia, mentre nel 2019 ha superato per la prima volta nella sua storia la soglia del milione e mezzo di passeggeri. Questa emergenza, che ha travolto in maniera particolarmente violenta il settore del trasporto aereo, ha interrotto un percorso di crescita che intendiamo però riprendere non appena se ne presenteranno le opportunità. L’obiettivo a breve termine è quello di superare la crisi, mantenendo il perimetro aziendale e le competenze interne, preparandoci nel contempo alla ripartenza. L’aeroporto ha lavorato e continua a lavorare per adeguare con estrema tempestività i suoi servizi alle nuove esigenze dei clienti, per intercettare i nuovi flussi di traffico. Già dalle prossime settimane ci aspettiamo una graduale seppur lenta ripresa del traffico aereo, a partire da quello nazionale. Il fatto che l’aeroporto sia rimasto operativo, anche nella fase più acuta dell’emergenza, consentirà al “Cristoforo Colombo” di presentarsi pronto al ritorno dei voli e dei passeggeri. Inoltre in queste settimane i lavori propedeutici all’ampliamento e all’ammodernamento del terminal sono proseguiti: ritengo sia un segnale importante di come l’Aeroporto di Genova intenda riagganciare il percorso di sviluppo intrapreso negli ultimi anni.
Dal 3 giugno sarà di nuovo possibile viaggiare (da) e verso l’Italia. Quali misure sono state intraprese per garantire una riapertura in sicurezzaa?
«L’aeroporto di Genova ha lavorato da subito intorno al concetto di “aeroporto sicuro“: un’infrastruttura che garantisca la sicurezza del viaggio senza compromettere la qualità dell’esperienza del passeggero. Il fatto di essere un “City Airport”, uno scalo regionale di dimensioni contenute, è un vantaggio, perché consente una grande rapidità di intervento. Tra le misure che abbiamo già implementato figurano il monitoraggio della temperatura ai passeggeri in arrivo, pannelli separatori presso i banchi di biglietteria e check-in, segnaletica a terra per il distanziamento, avvisi audio e visivi per sensibilizzare i passeggeri all’uso della mascherina, all’igiene delle mani e al rispetto delle distanze, la sanificazione costante degli ambienti e la distribuzione di gel idroalcolici. È stato introdotto il telelavoro per i dipendenti dei reparti amministrativi, mentre gli addetti nel terminal sono stati suddivisi in squadre per ridurre il rischio di contagio e garantire la continuità operativa. Il ricorso alla CGIS ha contribuito alla riduzione delle presenze sul campo, incrementando di conseguenza la sicurezza.
In aggiunta a tutto questo abbiamo avviato una collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia per sperimentare un software di monitoraggio del distanziamento sociale. Questa soluzione consentirà da subito di mappare le aree a maggior rischio di assembramento in aeroporto e di intervenire di conseguenza. Inoltre, in un prossimo futuro il software sarà in grado di generare alert in tempo reale in caso di mancato rispetto delle distanze. Si tratta di un progetto particolarmente ambizioso e innovativo, che ha già suscitato l’interesse del settore. Siamo orgogliosi di avere contribuito a questo progetto collaborando con una realtà di eccellenza quale l’Istituto Italiano di Tecnologia».
L’areoporto è strategico per la città di Genova e non solo. Quali settori ritiene più importanti e sui quali investire?
«Di sicuro la mobilità urbana, attraverso la ottimizzazione dei flussi veicolari da e verso le principali destinazioni cittadine e le direttrici logistiche italiane (Milano, Torino, Roma), la creazione di un modello sostenibile di trasporto pubblico che decongestioni le arterie genovesi, migliori la qualità dell’aria e in generale degli indici ambientali di una tra le città più belle d’Italia, quale è Genova».
Lei è avvocato cassazionista, esperta in particolare di diritto dei trasporti e delle assicurazioni: in questi giorni riparte praticamente tutto, ma quale è la situazione dei tribunali e in generale delle attività legali?
«Il lockdown, che ha interessato la generalità dei settori della giustizia (civile, penale, amministrativa), ha messo a dura prova categorie produttive come quelle, delle professioni legali, che non hanno – a motivo della loro autonomia per definizione – alcun tipo di serio e strutturato ammortizzatore sociale che possa sopperire alla carenza di introiti per un periodo, tanto esteso quale quello che abbiamo vissuto (e che è ben lungi dall’essere terminato). A farne le spese sono stati e sono a tutt’oggi soprattutto i Colleghi più giovani, alle prese con dinamiche di costi non comprimibili e con la sostanziale paralisi degli introiti professionali. La Cassa Forense, come il CNF ed i singoli COA, hanno avviato, singolarmente o come terminali di una più vasta rete di rappresentatività sul territorio, varie iniziative, per supportare una intera categoria, ad oggi in grave difficoltà: il mio pensiero, e quello di tutti i Colleghi che hanno avuto, come me, la fortuna di operare in contesti che hanno risentito meno della crisi, va alle famiglie di quanti, ad oggi, vivono nell’incertezza del futuro e di quello che potrà loro riservare. Sapremo, ne sono certa, ripartire, come sistema giustizia, in tutte le sue componenti, facendo tesoro di quanto appreso in questi mesi di forzata “ristrutturazione sociale“».