GENOVA – Presentata istanza di sequestro preventivo delle quote ASPI, lo si legge nel comunicato congiunto da parte di • Assiterminal • CNA Genova; • CNA Liguria; • USARCI SPARCI–Unione Sindacati Agenti e Rappresentanti di Commercio Italiani; • Trasporto Unito; • Comitato Zona Arancione Ponte Morandi;
I firmtari della lettera annunciano la decisione di chiedere alla Procura della Repubblica “l’istanza di sequestro preventivo delle quote di ASPI. L’atto è stato presentato stamattina ed è l’ultima azione di un processo di domande rivolte alla Procura e alle istituzioni al fine di trovare delle risposte non solo dal punto di vista economico”.
“Viviamo in una condizione non più tollerabile” – spiegano i rappresentanti del Comitato nella nota – “Dopo mesi di tira e molla sulla pelle del nostro tessuto produttivo, dei nostri associati e dei cittadini tutti e dopo un primo esposto presentato a maggio, oggi si è deciso di chiedere alla Procura della Repubblica l’istanza di sequestro preventivo delle quote di ASPI. L’atto è stato presentato stamattina ed è l’ultima azione di un processo di domande rivolte alla Procura e alle istituzioni al fine di trovare delle risposte non solo dal punto di vista economico.
Nell’esposto di maggio si chiedeva la verifica se i soldi della tariffa fossero stati usati in maniera indebita per pagare le azioni di Autostrade, come risulta dalle ricerche compiute dai legali degli esponenti (avv.ti: Prof. Ruggiero Cafari Panico, Raffaele Caruso, Andrea Ganzer, Andrea Mortara, Prof. Andrea Pericu).
Se quella ipotesi fosse vera, la bozza di accordo fra Autostrade e Governo, che prevede la cessione di azioni di ASPI da parte di Atlantia a diversi soggetti pubblici dietro l’esborso di una cifra di danaro, risulterebbe una vera beffa. Di fatto lo stato pagherebbe due volte quelle azioni! Situazione questa che ci ha indotto a presentare l’istanza di sequestro.
L’attuale situazione del blocco del traffico ligure, l’inverosimile operazione di manutenzione delle gallerie ci ha portato a un punto di non ritorno che ha una storia che affonda nel tempo. Ci sono stati promessi denari per infrastrutture: non abbiamo mai visto le infrastrutture e non abbiamo visto i denari che ci chiediamo dove siano andati. L’unica cosa che vediamo sono le code”
– Si conclude nella nota – “Vogliamo risposte nel rispetto della nostra terra e delle persone che ci vivono e ci lavorano. Fra le manifestazioni di protesta e le parole spese in questi giorni abbiamo quindi deciso, anche aderendo e appoggiando il Comitato salviamo Genova e la Liguria, di passare ai fatti con una azione concreta e diretta.
