Il presidente di Confetra Guido Nicolini scrive al premier Giuseppe Conte, al ministro della Sanità Roberto Speranza e alla ministra delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli – un appello affinché i lavoratori del settore della logistica, oltre 1 milione, possano rientrare fin da subito nel Piano Vaccini coordinato dal commissario Arcuri.
«Come ben sapete le nostre aziende non si sono mai fermate» – scrive il presidente di Confetra – «neanche nei drammatici 59 giorni di lockdown totale della scorsa Primavera, garantendo ai cittadini generi di prima necessità, agli ospedali ed alle farmacie i necessari rifornimenti di farmaci e medicinali, alle imprese gli approvvigionamenti di materie prime e semilavorati per continuare a produrre, vendere ed esportare. Eravamo, siamo e saremo anche in futuro impegnati a garantire quel minimo di “normalità” e di vita quotidiana, divenuti drammaticamente il bene più prezioso durante questa faticosa e sfiancante stagione caratterizzata da limitazioni e restrizioni tanto indispensabili quanto estranee al nostro modo di vivere. I nostri lavoratori – nei porti, nelle cargo city degli aeroporti, sui treni merci, sulle piattaforme logistiche, nei magazzini, alla guida di automezzi e furgoni – sono stati e sono in prima linea, protetti anche grazie alle misure assunte dagli speciali Protocolli anti Covid, ma pur sempre h24 in giro per l’Italia, per l’Europa, per il Mondo per soddisfare le esigenze primarie del Sistema Paese».
Continua il presidente di Confetra – «La drammatica crisi economica che stiamo vivendo, ed in conseguenza le contrazioni di volumi movimentati e fatturati, avrebbe potuto indurre molte nostre imprese ad usufruire degli ammortizzatori sociali e sospendere, momentaneamente, le attività. Ma noi non possiamo permettercelo, essendo la logistica di fatto – seppur non di diritto – un servizio di pubblica utilità essenziale a garantire la sopravvivenza della nostra Comunità»- Conclude – «Se fosse possibile Vi chiederei di valutare, quindi, la possibilità che il nostro personale sia quanto prima coinvolto nella campagna vaccinale al pari di altre categorie professionali “indispensabili” allo svolgimento delle funzioni fondamentali della nostra civile ordinaria vita quotidiana. Nonostante tutto».