MILANO – Saipem ha annunciato, stamani, il nuovo Piano industriale illustrato dall’amministratore delegato, Francesco Caio, nel quale – la principale società di ingegneria italiana – guarda al rilancio puntando dritto alla transizione energetica non solo spostamento verso fonti low-carbon
“Il piano strategico che presentiamo oggi mira a costruire una azienda che cresce, genera profitti e cash flow con precisi obiettivi di sviluppo nel settore delle energie tradizionali, nella transizione energetica e nelle infrastrutture sostenibili, operando come abilitatore tecnologico di strategie low carbon”. Ha spiegato Caio, illustrando il piano strategico 2022 – 2025. che prevede ricavi con un aumento medio annuo del 15% fino al 2025, una riduzione dei costi complessivi per circa 100 milioni di euro nel 2022 e per 300 milioni di euro nel 2025. Con un portafoglio ordini allo scorso 30 settembre di circa 24,5 miliardi di euro.
“La transizione energetica non è un semplice spostamento verso fonti low carbon, ma una radicale trasformazione di un intero ecosistema” – ha sottolineato l’.d. – “Da un settore fortemente centralizzato, caratterizzato da grandi impianti e poco digitalizzato ad uno distribuito, fortemente interconnesso, con una crescente centralità di servizi innovativi e nuovi operatori diversi da quelli tradizionali sul versante sia della domanda che dell’offerta. È un profondo cambiamento che richiede modelli operativi innovativi e flessibili per competere e crescere con profitto”.
“Il piano – ha affermato l’ingegner Caio – si basa su un posizionamento forte e competitivo di Saipem, su una solida relazione con i clienti, sull’esperienza acquisita in progetti e infrastrutture complessi, sulla competenza operativa e logistica internazionale e sul nostro importante portafoglio di tecnologie. Dalla logica degli asset alla logica dell’innovazione è il nostro slogan per definire una tipologia di business dove tecnologie e competenze consentono di offrire anche nuovi servizi capaci di generare ricavi più stabili e ricorrenti”. “In questo contesto – ha proseguito – il nuovo piano vuole segnare un cambio di passo per Saipem che adotta un business model incentrato su una strategia duale. Da un lato, l’ingegneria per impianti complessi e disegnati in partnership con i nostri clienti tradizionali per attuare la loro strategia di decarbonizzazione; dall’altro, lo sviluppo e la realizzazione di impianti modulari, standardizzati e scalabili e la fornitura di servizi tecnologicamente e digitalmente evoluti”. “Abbiamo avviato il percorso per costruire una Saipem più sostenibile, tecnologica e profittevole”, ha concluso l’Amministratore Delegato di Saipem”.
PUNTI PRINCIPALI DELLA STRATEGIA
“Saipem ha già lanciato un importante piano di efficientamento attraverso specifiche iniziative che riguardano la razionalizzazione degli asset (è prevista la progressiva chiusura di tre yard nel mondo e la dismissione di cinque navi), la semplificazione del modello operativo (con la razionalizzazione di tre hub di ingegneria collocati all’estero) nonché la riduzione di costi di struttura (con la chiusura di 14 uffici all’estero non strategici). Il piano ha l’obiettivo di ridurre la base costi complessiva di circa 100 milioni di euro nel 2022 che saliranno progressivamente a circa 300 milioni di euro annui a regime nel 2025″.
“Nel periodo di piano i ricavi sono previsti in crescita ad un tasso medio anno del 15% fino al 2025 grazie al contributo del backlog al 30 settembre 2021 per circa 24,5 miliardi di euro, delle nuove opportunità commerciali e delle favorevoli prospettive di crescita previste nella perforazione.
Il 2022 sarà l’anno della transizione in cui i ricavi e i margini sono previsti in crescita grazie al contributo significativo delle attività offshore e delle perforazioni, i cui segnali di ripresa sono già visibili oggi. Nel 2023 l’EBITDA adjusted è previsto riavvicinarsi ai livelli pre-Covid-19 per raggiungere una marginalità a doppia cifra nella seconda parte del piano”.
Il nuovo modello organizzativo declinato in 4 distinte aree di business:
1) Business “asset-centric” (drilling, vessels, fabrication), basato su una disciplina rigorosa di ottimizzazione degli asset. Questo business genererà un contributo rilevante alla crescita del fatturato e dei margini anche grazie alla focalizzazione su geografie e clienti chiave e alla ripartenza del ciclo. A fine piano si prevede, rispetto al 2020, la riduzione dei costi per mancato utilizzo dei mezzi per la perforazione di circa l’85% e di circa il 50% per il resto della flotta, anche grazie alle maggiori attività previste collegate al nuovo favorevole scenario.
2) Business “energy carriers”, per la progettazione di impianti complessi o della loro riconversione “low carbon” con un focus crescente sul migliore bilanciamento rischio/rendimento e con maggiore attenzione alla marginalità. La strategia prevede l’arricchimento del portafoglio tecnologico attraverso operazioni di corporate venture capital o acquisizioni selettive di competenze come quella effettuata lo scorso anno con “CO2 Solutions”.
3) Business “robotics, digital and industrialized solutions” per lo sviluppo dell’offerta di impianti modulari, ripetibili, scalabili e servizi di monitoraggio e manutenzione basati su tecnologie digitali. In tale ambito si prevede di strutturare la partecipazione di Saipem nei nuovi progetti offshore wind da svilupparsi con schemi commerciali ed industriali diversi dal passato anche non escludendo eventuali partnership. Nel settore dell’energia eolica flottante, Saipem ha acquisito di recente attività di Naval Energies.
4) Business “infrastrutture sostenibili”: per la crescita in un settore diventato strategico nel nuovo ecosistema della transizione energetica e della mobilità sostenibile e per il quale il Recovery Fund italiano funzionerà auspicabilmente da acceleratore. Il piano prevede nuovi ordini per infrastrutture di circa 3 miliardi di euro nel quadriennio.