Rixi sul caso Livorno: “Attenzione le navi possono fare a meno dell’Italia”

"Noi dobbiamo lavorare con tutti" - ha detto il viceministro Rixi dal palco di Confitarma - "anche con i governi che non ci piacciono".
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LIVORNO– Le navi della compagnia israeliana Zim sono tornate  nel porto di Livorno, Darsena Toscana, svolgendo le normali operazioni di carico e scarico dei container.

La scorsa settimana la “Zim Virginia” aveva lasciato lo scalo toscano senza poter sbarcare la merce in seguito alle proteste e alle mobilitazioni messe in atto dai lavoratori del porto per protestare contro il genocidio a Gaza.

“Resta comunque la lotta contro il traffico di armi” ha tenuto a precisare nei giorni scorsi l’Usb – “qui non saranno mai più scaricate”

Intanto in una nota il segretario della Filt Cgil provinciale, Giuseppe Gucciardo, ha informato: “fino al tardo pomeriggio di martedì si è tenuta una riunione con tutti i portuali italiani ed è emerso il “caso Livornosull’embargo a Israele. Nessun altro porto ha fatto obiezioni sul voler contrastare tutti i traffici di armi, perché c’è una norma e possiamo sfruttarla. Ma sul discorso di ostacolare i traffici commerciali, seppur Livorno abbia fatto un gesto lodevole e ammirato da tutto, nessun porto si è detto in grado di poterlo bloccare e non c’è la volontà di farlo”.

Il viceministro Rixi sul “caso Livorno

Oggi il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, è intervenuto sul “caso Livorno” dal palco romano dell’Assemblea Pubblica di Confitarma.

Parlando della sicurezza dei porti italiani ha detto: “Oggi sono contento perché alcuni scali, tra cui Livorno, hanno deciso di ritornare ad essere aperti ai traffici commerciali con tutte le compagnie. Noi dobbiamo lavorare con tutti” – ha affermato con forza il viceministro- “con i governi che ci piacciono e con quelli che non ci piacciono Perché solo così si può portare avanti il commercio. Storicamente noi commerciavano con tutti Invece di fare guerre, indipendentemente dal fatto che ci piacessero o meno. Così riusciamo a diventare centrali ai processi di pacificazione che per noi sono fondamentali. Perché se c’è sviluppo economico nel Mediterraneo c’è sviluppo economico anche in Italia” – “Gli scali sono una porta aperta nel mondo, agli armatori e  ai terminalisti. A volte si chiedono dei sacrifici, ma bisogna garantire l’operatività degli scali perché noi siamo strategici” – ma attenzione ha avvertito Rixi – “noi non possiamo fare a meno della marittimità, ma la marittimità può fare a meno dell’Italia, se vuole.

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Quindi o noi siamo affidabili, attraenti e con una legislazione chiara oppure rischiamo di vivere quello che ha vissuto la nautica da diporto. Pensavano che tassando i natanti sarebbero rimaste le flotte, ma queste si muovono e possono navigare in altri mari . Se mettiamo tasse inique, non garantiamo i commerci internazionali e le navi possono spostarsi dall’Italia alla Francia o alla Spagna. Cerchiamo di sfruttare la nostra centralità. Abbiamo il dovere di sfruttare quella centralità che ci siamo trovati, semplicemente perché siamo nati nella più bella penisola al mondo e nella più centrale per i traffici marittimi.”

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