LA SPEZIA – «L’Europa è ferma, sempre più schiacciata dalla potenza e dalla velocità americana e cinese». – «Negli ultimi 15- 20 anni l’Europa ha perso ricchezza e posti di lavoro, 1 milione in cinque anni, una perdita di occupazione che diventerà una slavina nei prossimi anni» arretrando sui temi strategici dall’automotive, alle tecnologie green, alla moda, fino alle industrie di base.
«Non è una visione antieuropeista, ma è una seria autocritica» a dirlo è Antonio Gozzi, special advisor di Confindustria con delega all’Autonomia Strategica Europea, Piano Mattei e Competitività. Ruolo che ricopre come presidente di Duferco, multinazionale del settore siderurgico con 2500 dipendenti in 30 Paesi del mondo; presidente di Federacciai, associazione italiana dei produttori siderurgici.
Antonio Gozzi ha parlato delle attività del Piano Mattei e del suo potenziale impatto sull’economia nazionale, con riferimento all’imprenditoria portuale-logistica ligure. Intervenendo all’incontro organizzato dall’International Propeller Club Ports of La Spezia e Marina di Carrara, svolto il 26 settembre presso Porto Lotti, invitato dal presidente del Club Gian Luca Agostinelli insieme al responsabile porto e logistica del Propeller, Salvatore Avena.
L’industria europea
In apertura Gozzi ha evidenziato come «le scelte sbagliate dell’ideologia ambientalista green europea» – in particolare il «Gren Deal» abbiano «prodotto un disastro» per i vari settori a partire dall’industria dell’automotive – «ma anche per tutte le industrie di base: acciaio, chimica, vetro, carta»- «Scelte sbagliate che sono diventate un assist per i cinesi che sono diventati leader in tutte le tecnologie verdi: pale eoliche, turbine eoliche, batterie, auto elettriche. Arrivando a livelli qualitativi elevatissimi con prezzi di vendita del 30% inferiori a quelli europei».
«In uno scenario in cui l’Europa ha perso valore competitivo nei confronti di USA e Cina, l’Africa può rappresentare un’opportunità di sviluppo economico reciproco» – ha sottolineato il rappresentante di Confindustria – «In particolare con il Piano Mattei l’Italia può guidare questa crescita grazie a un rapporto storico di piena collaborazione con i Paesi nordafricani che hanno bisogno di trasferimento tecnologico. Si tratta di un modello di scambio commerciale ed economico che testimonia come empatia, rispetto dei diritti e sensibilità culturale possano consolidare rapporti di fiducia».
Il PIL europeo:
Secondo l’analisi di Gozzi: «Vent’anni fa l’Europa aveva lo stesso PIL degli USA, oggi il PIL europeo è un terzo di quello americano, avevamo lo stesso un reddito pro capite rispetto agli USA, oggi il reddito pro capite europeo è inferiore del 60% rispetto a quello USA. Nonostante i tassi di interesse dell’euro siano stati molto bassi»- «Un disastro avvenuto nonostante le situazioni di contorno fossero buone».
L’industria europea rischia di essere spazzata via dalla Cina, in pericolo anche la moda italiana:
«L’industria europea rischia di essere spazzata via dalla Cina» – è l’allarme lanciato dall’advisor di Confindustria, non solo per quanto riguarda le tecnologie green, ma ad essere in pericolo è anche l’industria della moda, settore di leadership italiana: «la Cina sta sfondando sul sistema moda» – ha spiegato – «con prodotti qualitativamente elevati, sia dal punto di vista del design sia dal punto di vista del prodotto. Tutti i giorni in Italia entrano 150 mila pacchi provenienti dalla Cina, prodotti moda comprati dai ragazzi italiani, pacchi dal costo di 30-40 euro ciascuno. I francesi se ne sono accorti e hanno votato l’introduzione di una tassa su questi colli« – «Nel mondo viaggiano 1,5 milioni di pacchi al giorno di abbigliamento cinese». Dati che tracciano un fenomeno già di dimensioni gigantesche.
In Ruolo dell’Italia;
Il ruolo che, in questo momento, il nostro Paese deve assumere è fortemente strategico: «L’Italia è la seconda potenza industriale d’Europa, il 4-5 Paese esportatore mondiale»- posizione che ci contendiamo con il Giappone ha specificato Gozzi – «dobbiamo impostare rapidamente una politica commerciale nei confronti della Cina, sarà dura, ma non possiamo accettare che in 10 anni l’industria europea sia spazzata via dalla competizione, talvolta, sleale cinese».
Specificando: «Siamo un risultato che possiamo definire un miracolo industriale, frutto della vitalità degli imprenditori, del legame tra impresa, famiglia e territorio, che ha alimentato quella che può essere vista come una vera e propria seconda ricostruzione economica. Le prospettive per l’Italia sono molto positive: c’è ancora una fortissima domanda di Made in Italy, che rappresenta un patrimonio unico da difendere e valorizzare. È da qui che possiamo costruire il nostro contributo allo sviluppo del Mediterraneo e consolidare la nostra credibilità come ambasciatori di business e stabilità».
Il Mediterraneo:
«Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco e Libia rappresentano i mercati naturali per le nostre imprese. Sono paesi giovani che cresceranno in futuro come reddito pro capite, Paesi in cui gli italiani vengono accolti con empatia».
«Sarà necessario europeizzare il Piano Mattei , è armato solo di 5 miliardi di euro» – per l’Italia la strategia è quella di «non andare in over capacity di progetti, le cartucce sono quelle che sono» – per un confronto – «i cinesi hanno investito 50 miliardi in Africa». dato che rende bene l’idea.
IL PIANO MATTEI
La formazione è il primo campo di attività del Piano Mattei. Il ruolo di Confindustria, assegnato dal Governo, è quindi di coordinare le attività di formazione che le imprese e le associazioni hanno già avviato in questi Paesi: «Nei prossimi giorni firmiamo un MoU Confindustria – LUISS»- ha annunciato Gozzi specificando il coinvolgimento delle università italiane – «in pochi mesi avremo l’ambizione di mappare tutte le attività di formazione in Africa lanciate da imprese e associazioni territoriali. Successivamente vorremmo dare criteri di massima e degli indirizzi, la formazione deve essere bilaterale è un criterio obbligatorio, perché rischiamo di essere accusati di neo colonialismo, deve essere fatta sia nei Paesi Partner sia in Italia.
L’esempio è il progetto del’Ance (associazione costruttori edili ) che ha avviato un programma di formazione linguistica per duemila giovani tunisini, seguita da un’esperienza in Italia.
Antonio Gozzi ha concluso il suo Speach: «Il secondo campo di attività del Piano Mattei riguarda il ruolo delle partecipate dello Stato come capofila affinché possano trainare le PMI italiane sui mercati africani. Le PMI devono essere guidate e affiancate dalle grandi aziende, per valorizzare le competenze locali e sviluppare filiere industriali sostenibili».
La presenza del cluster
Presenti alla serata tutti i rappresentanti del cluster marittimo, portuale e logistico spezzino e carrarino, non mancava nessuno.
Tra gli altri: Bruno Pisano, commissario Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale; Tomaso Cognolato presidente Assiterminal e Alessandro Ferrari direttore Assiterminal; Matthieu Gasselin a.d. Contship Italia; Antonio Musso a.d. Gruppo Grendi 1828; Michele Giromini a.d. Dario Perioli Group; Paolo Cornetto a.d. FHP Group S.r.l., Carlo Freni executive director FHP Marina di Carrara; Alessandro Laghezza presidente Laghezza Spa; Mauro Solinas, brand director Gruppo Tarros Spa; Carlo Silva presidente Clickutility Team. Per le istituzioni il comandante della Capitaneria di Porto della Spezia c.v. Alessio Morelli, il comandante della Capitaneria di Porto di Marina di Carrara c.f. Tommaso Pisino, il prefetto Andrea Cantadori, e molti altri.
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