GENOVA – “Non si debba perdere di vista l’obiettivo primario, il bene comune, ovvero la crescita economica di una città che vede al centro un porto che, nel 2023, ha movimentato quasi 2 milioni e 400 mila teu. Avere infrastrutture moderne, efficienti, è, dunque, una condizione essenziale”. In una nota il direttore generale di Spediporto, associazione degli spedizionieri e operatori logistici genovesi, Giampaolo Botta interviene sul tema dello sviluppo economico della Liguria, nella difficile fase politica ed economica, anche a fronte delle recenti dimissioni del governatore regionale Giovannim Toti a seguito dell’inchiesta in Ligura e degli arresti domiciliari .
Botta sottolinea l’unità di pensiero con le altre associazioni di categoria del cluster marittimo: “Il piano di sviluppo per Genova e la Liguria non si può mettere in discussione” – tiene a precisare il direttore di Spediporto – “Le infrastrutture sono cruciali per il porto, per la risoluzione delle criticità che lo affliggono e per la crescita della città e della regione. Anche in vista delle prossime elezioni regionali, il messaggio è: chiunque vincerà non fermi la loro realizzazione”.
La crescita dell’economia ligure è trainata dalle infrastrutture a terstimoniarlo è il recente studio The European House-Ambrosetti che stima, per il 2024, un impatto sul PIL regionale di 1,6 miliardi di euro (3% del PIL) destinato a quadruplicare nel 2030, arrivando a 8,4 miliardi di euro (+14,4% sul PIL stimato per quell’anno).
I numeri lo mettono in evidenza: riguardo alle Autostrade, la A10 e la A7 sono le più trafficate del Nord Ovest con circa 117 mila transiti giornalieri, di cui un quinto rappresentato da mezzi pesanti. Un dato che fa riflettere visto che il “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Liguria”, edito dalle Camere di Commercio liguri e da Uniontrasporti, sottolinea come la Liguria sia in linea con i dati nazionali che vedono un utilizzo del trasporto su gomma decisamente preponderante (87,3% su scala italiana). Il punto è che la valutazione delle imprese sulla qualità delle vie di comunicazione è spesso molto bassa: per il 47,6% i tracciati autostradali sono definiti “scadenti o mediocri”.
“La storia – osserva Botta – ci insegna che il nostro Paese è cresciuto grazie alla realizzazione di grandi infrastrutture; basti ricordare cosa ha rappresentato per l’Italia la costruzione dell’Autostrada del Sole. Le priorità indicate delle imprese sono, dunque, chiare: Gronda, Tunnel Subportuale, Terzo Valico, nuova Diga Foranea. Servono interventi concreti, strutturali e non a spot, come merita il primo porto italiano. Il tutto supportato da servizi adeguati ed efficienti; in questo senso la recente vicenda legata all’autotrasporto testimonia come sia necessario dotarsi di una carta dei servizi che possa tutelare tutte le figure coinvolte in ambito portuale”.
“Non contano colore o bandiera politica” – si rivolge al mondo politico il direttore di Spediporto in conclusione – “le infrastrutture sono opere di interesse generale e la loro realizzazione non può essere rimandata”.
