Napoli, GNV-Culp: Spirito preannuncia un incontro congiunto e chiede lo stop sciopero

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Il presidente dell’ente portuale napoletano, Pietro Spirito scrive alle sigle sindacali chiedendo la sospensione dello sciopero, indetto per il 13 marzo, e preannuncia la convocazione a GNV e Culp per un incontro congiunto per trovare insieme un punto di equilibrio.

di Lucia Nappi

NAPOLI – Confronto sul lavoro portuale a Napoli tra l’armatore Grandi Navi Veloci (GNV) e la Compagnia unica lavoratori portuali (Culp). Un dibattito che andrà avanti sicuramente fino alla prossima settimana, al centro le richieste da parte di GNV di svolgere in autoproduzione le attività portuali di rizzaggio e derizzaggio dei traghetti sulla linea Napoli-Palermo, questo significherebbe il mancato impiego della manodopera della Culp e, pertanto per i lavoratori portuali un drastico calo delle attività, stimabile attorno al 40%. Un duro colpo per la Compagnia già attraversata da vicende difficili e che l’Authority ha sottoposto ad un percorso di riorganizzazione.

Ad oggi tuttavia permane ancora la minaccia dello sciopero generale del 13 marzo, indetto dalle sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti contro le richieste di GNV, sciopero per il quale il presidente dell’Authority di Napoli, Pietro Spirito, ieri in una lettera indirizzata ai sindacati (oltre che a Mit, Assoporti, Ancip, Direzione Marittima della Campania e Prefettura) chiede la sospensione.
Nella lettera il presidentre dell’ente portuale, a fronte del confronto in atto tra le due parti, preannuncia la convocazione a GNV e Culpper un incontro congiunto con l’obiettivo di trovare assieme un punto di equilibrio tra le esigenze di efficienza e le necessità/opportunità di mantenimento del lavoro flessibile”.

Riguardo alle due richieste di autoproduzione presentate da GNV (a novembre 2018 e febbraio 2019) sulle operazioni di rizzaggio e derizzaggio,  mette in evidenza Spirito scrivendo ai sindacati “l’esame delle istanze è stato rinviato sino al mese di aprile, in quanto prima deve essere conseguito il mantenimento dell’assetto del lavoro flessibile“, elemento che metterà a confronto l’efficienza del servizio dell’armatore e la sostenibilità economica per il gestore del servizio. “Obiettivo certamente difficile da conseguire” – conclude il presidente dell’Authorityche richiede equilibrio e disponibilità all’intesa da parte di tutti i soggetti”.

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