«Rimorchiatori dalle caratteristiche eccezionali» – spiega il presidente del Gruppo Piero Neri – «che vanno a rinforzare il servizio di rimorchio nel porto di Livorno, in prospettiva anche dei futuri sviluppi delle infrastrutture che saranno realizzate».
Lucia Nappi
LIVORNO – L’immissione nella flotta del Gruppo Neri spa di tre nuovi rimorchiatori è stata festeggiata, sabato, nel porto di Livorno sulla banchina in concessione alla societa. Il Gruppo opera a livello nazionale ed internazionale in ambito marittimo nel settore del rimorchio portuale con una flotta di oltre 40 navi, in ambito terrestre come supporto alla logistica dell’industria chimica ed energetica, ma anche nel settore della protezione dell’ambiente marino e dello ship recycling.
«Tre rimorchiatori dalle caratteristiche eccezionali che vanno a rinforzare, se c’era bisogno, il servizio di rimorchio nel porto di Livorno, in prospettiva anche dei futuri sviluppi delle infrastrutture che saranno realizzate» – ha commentato per Corriere marittimo il presidente e armatore del Gruppo, cav. Piero Neri.
«Se oggi non avessimo questi rimorchiatori che hanno una potenza di tiro a punto fisso di 80-90 tonnellate, rispetto a quelli che avevamo 15-20 anni fa, che avevano una potenza di tiro un terzo di questi e che arrivavano al massimo a 20 tonnellate, io credo che difficilmente le navi delle dimensioni attuali avrebbero potuto entrare nel porto di Livorno».
Un lavoro sinergico di crescita del porto che in questi ultimi anni ha visto coinvolte tutte le componenti portuali, spiega il presidente, e quindi l’Autorità di Sistema portuale, i terminalisti, i servizi tecnico nautici «sotto la guida della direzione marittima e noi abbiamo fatto la nostra piccola parte mettendo in esercizio dei rimorcatori che sanno attualmente svolgere e, possono svolgere, questo servizio in sicurezza».
Le tre nuove unità – “Gabriella Neri”, “Calafuria” e “Romito”- per il battesimo erano state schierate in banchina e davanti a queste il palco per gli interventi e la preghiera del Vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, che ha benedetto i rimorchiatori insieme a tutte le imprese del territorio nel giorno dedicato alla Patrona, la Madonna di Montenero. Poi come si conviene al varo delle navi c’è stato il lancio della bottiglia, in questo caso di tre bottiglie, che sono andate regolarmente ad infrangersi contro la rispettive prue.
Una celebrazione sulle banchine del Gruppo Neri che ha seguito a soli due due giorni di distanza, un’altra cerimonia sempre nel porto di Livorno ma in Darsena Toscana, giovedì 13 maggio, per festeggiare il ritorno nello scalo di un nuovo traffico, ottenuto grazie alla maggiore profondità dei fondali e ai lavori di dragaggio degli ultimi anni.
A due giorni di distanza sono pertanto tornati a riunirsi sulle banchine livornesi le istituzioni: il governatore regionale Eugenio Giani, il presidente dell’Autorità di Sistema Luciano Guerrieri, per l’Autorità marittima il comandante in seconda C.V. Andrea Santini e il Sindaco di Livorno, Luca Salvetti. In platea un ristretto numero di ospiti tra i quali il prefetto, Paolo D’Attilio, i principali attori della portualità locale e l’ampia famiglia Neri composta dai figli, i nipoti e cugini.
Dicevamo celebrazione doppia non a caso, come sottolineato dal governatore Giani, perchè «Livorno è il driver che traina la Toscana»- e rappresenta in questa fase storico economica – «la proiezione di una regione che guarda a essere la porta internazionale di traffici e vie marittime che nel futuro si incrementerà portando economia, lavoro, occupazione e prospettive» – «Livorno e il suo porto come punto di riferimento e luce di una regione che guarda attraverso il simbolico varo di questi rimorchiatori con speranza, al suo futuro e di quello che può esercitare sull’intera nazione».
Le caratteristiche dei rimorchiatori
Ma i protagonisti della mattina in porto sono stati senza dubbio i tre rimorchiatori dalle caratteristiche eccezionali, come sottolineato dal presidente Neri durante il suo speach pubblico:
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NERI
«Rimorchiatori che li rendono estremamente interessanti per il porto di Livorno, nel quale coesistono spazi stretti di manovra, sia in alcune zone limitate profondità del fondo marino. Considerate le peculiarità del porto di Livorno, la nostra esperienza ci ha dimostrato che i rimorchiatori con propulsione azimutale tipo “Tractor” – che contrariamente al solito – hanno i propulsori sotto la prua. Questo tipo di rimorchiatore ha una manovrabilità maggiore ma necessita anche di un pescaggio maggiore, rispetto a rimorchiatori con conduzione sempre azimutale ma con sistema di propulsione azimutale “Stern” che hanno i propulsori a poppa.
La sigla di questi rimorchiatori è RSDT (Reverse Stern Drive Tug) offrono il vantaggio dei Tractor Tug con il propulsore a prua, ma anche quelli degli “Stern Tug” (che richiedono un minore pescaggio), questo grazie alla forma dello scafo che a prua presentano due semitunnel che permettono un parziale inserimento dei propulsori.
Questi tre rimorchiatori sono un gioiello di tecnologia, la più avanzata, considerate che in una dimensione particolarmente contenuta, siamo riusiti a realizzare delle navi polifunzionali che possono essere utilizzate per una molteplicità di funzioni.
Oltre il rimorchio che è quella principale con una potenza di tiro, qualche anno fa impensabile, data la stazza dei rimorchiatori con una potenza di tiro di ben 81 tonnellate e di 93 tonnellate in modalità escort; possono, inoltre, svolgere servizio di salvataggio in quanto sono dotati di pompe di esaurimento e, tutta l’attrezzatura necessaria in caso di salvataggi; possono svolgere servizio di recoil quindi operazioni anti-inquinamento; ma anche servizio anticendio con una potenza di emissione di acqua di 3 mila mc/ora ad una distanza di 80 metri.
Dotati di certificati antivibrazione e antirumore paragonabili ad uno yacht, sono silenziosissimi.
Il porto di Livorno, le difficoltà operative
«Il porto di Livorno non è uno scalo facile dove effettuare le manovre di entrata e uscita di navi sempre più grandi ed è grazie ad investimenti come questi, unitamente alla competenza dei piloti ed ormeggiatori, che servizi tecnico nautici riescono a svolgere il loro duplice compito: da una parte quello di soddisfare le esigenze commerciali di traffico, perseguite dell’AdSP, al tempo stesso di offrire servizi efficienti in sicurezza sotto il coordinamento e la direzione della Capitaneria di porto».
Effetti della pandemia, la ripresa e gli investimenti
«L’anno 2020 è stato durissimo, gli effetti della pandemia, si sono sentiti pesantemente anche sulle attività imprenditoriali delle nostre aziende, siamo stati colpiti improvvisamente, ma abbiamo deciso di continuare nei nostri programmi di investimento, in mare e in terra e nel capitale umano. Abbiamo deciso di investire nella crescita, anche in tempi di pandemia. Eravamo convinti ed oggi lo siamo ancora di più, che dalla fase, ormai prossima, della ripresa dell’economia post covid gli investimenti sarebbero stati il traino del rilancio. Investimenti non solo materiali, ma anche tecnologici in investimenti in competenze tecniche e manageriali delle aziende in formazione dei dipendenti. Elementi che riteniamo essenziali, come da sempre abbiamo l’ambizione di fare, per perseguire la crescita della dimensione dell’impresa e della sua competitività.
Un’azienda sana e con basi solide è soprattutto nei momenti di crisi che deve avere il coraggio di non disperdere il patrimonio di mezzi e forza lavoro, ma anzi di indirizzare le risorse accantonate in nuovi investimenti per essere pronti ad affrontare il futuro post-crisi; futuro che non deve essere subito ma preparato e progettato. Occorre prudenza ma anche coraggio».
«Come nel settore navale così in quello terminalistico» – spiega il presidente – «Stiamo portando avanti investimenti ed ampliamenti nel settore dei terminal portuali, nuove iniziative imprenditoriali nei settori della navalmeccanica, dello ship-recycling e di nuovi fonti energetiche.
Di pari importanza gli investimenti nel capitale umano, leva strategica al centro delle strategie aziendali soprattutto nella ripresa post pandemica».
Le borse di studio
Tra le strategie enunciate, la riattivazione nel 2022 – dopo lo stop del 2020 e 2021 a causa del Covid – delle Borsa di studio intitolate a Tito Neri, nonno dell’armatore, arrivata alla XII° edizione che premia gli studenti diplomati più meritevoli – «6 dell’Istituto Nautico, 2 dell’Istituto Vespucci-Colombo, 2 laureati del Polo Universitario Sistemi Logistici dell’Università di Pisa. Il premio consiste non in un assegno» – sottolinea – «ma nell’offrie l’opportunità di tre mesi di lavoro nelle nostre aziende, retribuito con la paga sindacale degli altri lavoratori. Nell’ottica di una collaborazione fra scuola e impresa. Da sempre come famiglia abbiamo attuato, attraverso costanti investimenti, nuove opportunità di occupazione e posti di lavoro».
I tre rimorchiatori già nella scelta dei nomi si inseriscono nella tradizione che ha guidato l’azienda della famiglia Neri dal 1895 ad oggi nel raforzare i legami familiari con il territorio, cosi le navi sono dedicate alla first lady Gabriella Neri, moglie del presidente e alle due note località della costa livornese. La cerimonia ha visto come madrine, oltre a Gabriella Neri, Nicoletta Salvetti moglie del sindaco di Livorno madrina del “Calafuria” e Vivalda Brusco moglie dell’ammiraglio Marco Brusco del Corpo delle Capitanerie di Porto madrina del “Romito”.
Un augurio di lunga e sicura navigazione alle nuove navi e ai loro equipaggi!