Lavoro portuale, ANCIP: Napoli operazioni in autoproduzione, ingiusta stortura concorrenziale

Traghetti nel porto di Napoli

Ancip Associazione Nazionale Compagnie e Imprese Portuali richiama l’AdSP Napoli-Salerno al rispetto delle regole riguardanti il lavoro portuale ed all’esercizio della vigilanza sul lavoro portuale.

ROMA – Il tema del rispetto delle regole del lavoro portuale è stato al centro dell’intervento di Ancip (Associazione Nazionale Compagnie e Imprese Portuali) in riferimento alla situazione del porto di Napoli. Secondo l’associazione delle compagnie e imprese portuali nel porto campano sono state riscontrate alcune criticità nell’elaborazione del piano dell’organico dei lavoratori, riguardante il rapporto lavoro portuale temporaneo e l’espletamento delle operazioni portuali di imbarco/sbarco in autoproduzione da parte delle compagnie. Il richiamo, spiega Ancip in una nota, che sarà recapitata all’AdSP vede come una stortura concorrenziale le attività svolte in autoproduzione. Pertanto l’associazione interviene affichè l’Authority si assuma la responsabilità di tutela del lavoro portuale, come previsto dalla legge.

Rispetto delle regole del lavoro portuale – chiede pertanto Ancip – e dell’esigenza che l’ente portuale eserciti il proprio potere di vigilanza attraverso adeguati e continui controlli sulle modalità di esecuzione lavoro portuale  “sul rispetto da parte delle imprese portuali (terminaliste e non) delle disposizioni previste dai vigenti regolamenti e dall’attuale CCNL di riferimento sulle modalità e sui limiti di utilizzo dei lavoratori di tali imprese (ore di straordinario, riposi compensativi, riposi settimanali, computo della retribuzione secondo i parametri del ccnl, ecc.); sul fenomeno – vietato dalla legge ma, purtroppo, frequente – dello scambio di manodopera tra imprese portuali.

La violazione di queste regole genera un’ingiusta stortura concorrenziale tra le stesse imprese (penalizzando quelle più virtuose) e costituisce un ostacolo illegittimo all’impiego dei lavoratori disponibili della CULP oltre che un danno all’erario derivante dall’aggravio delle spese per l’inevitabile maggior ricorso all’istituto dell’indennità di mancato avviamento da parte della stessa CULP; ragion per cui l’ANCIP chiede espressamente all’AdSP l’intensificazione di tali controlli, anche con il supporto delle organizzazioni sindacali, per conseguire risultati apprezzabili contro dinamiche che finiscono per penalizzare in genere i lavoratori portuali.

L’associazione, ancora, si sofferma sul tema dell’autoproduzione delle operazioni portuali da parte dei vettori marittimi, ribadendo il noto concetto che tale autorizzazione deve essere subordinata alla verifica da parte dell’AdSP del possesso di stringenti e precisi requisiti stabiliti dalla legge, in particolare la presenza di personale quantitativamente e professionalmente adeguato alle attività da svolgere; l’autoproduzione, dunque, non può essere utilizzata come una sorta di arma per costringere le imprese portuali o la locale CULP a praticare tariffe più basse.” – “L’associazione reputa di fondamentale importanza l’attività di vigilanza degli enti competenti che devono costantemente verificare in banchina e a bordo delle navi il rispetto delle regole da parte del vettore marittimo (in termini di adeguatezza dei mezzi, di quantità/qualità del personale utilizzato per l’esecuzione delle operazioni portuali) anche sul fenomeno dell’ esecuzione di operazioni portuali di derizzaggio svolto dal personale di bordo nella fase di entrata in porto; bisogna pure evitare che l’autoproduzione finisca per dissimulare una vera e propria autorizzazione ex art.16 dell’armatore all’esercizio delle operazioni portuali, il cui rilascio, però, è subordinato a procedure diverse ed ancora più rigide rispetto all’autoproduzione.”

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