Gioia Tauro – Port Agency: L’Autorità portuale fa il bilancio

GIOIA TAURO – Due mesi fa veniva istituita nel porto di Gioia Tauro la Port Agency, l’Agenzia di somministrazione del lavoro portuale nata per la ricollocazione dei 377 portuali licenziati da MCT (Medcenter Container Terminal). Il mega Terminal Container dello scalo gioiese dedicato al transhipment, oltre 3 km di banchina lineare per una profondità delle acque che raggiunge i -18m, dal 1995 di proprietà del Gruppo Contship, il colosso italo-tedesco della logistica. A fine giugno infatti i 377  lavoratori del porto, dipendenti di MCT, circa un un terzo dei lavoratori totali, avevano ricevuto lettera di licenziamento.
 
Una vicenda complessa che ha origine nel 2008, quando la crisi economica iniziava a ripercuotersi sui traffici delle grandi navi e sulle grandi compagnie armatoriali, innescando quel processo di mutazione globale dei traffici marittimi che viviamo anche oggi. Da quel momento MCT perdeva linee importanti, come Maersk e Grande Alliance, il Terminal passava quindi 3,6 a 2,2 milioni di TEU, con fasi alterne di ripresa (2,9/3 milioni di TEU nel 2016) utilizzando di fatto il 60% della banchina e del piazzale in concessione. Sempre con l’abbandono delle linee, i container su ferro sparivano, pertanto il Terminal passava da ricevere 3.600 coppie di treni l’anno alla chiusura di questi traffici.
Oggi, a fronte delle proteste messe in atto dai lavoratori e il blocco del porto avvenuto nei primi di settembre scorso, l’Autorità portuale fa il punto della situazione in merito all’applicazione della normativa relativa all’istituzione dell’Agenzia e in una nota specifica: 
 
La Port Agency è stata costituita il 27 luglio scorso, per atto notarile, a fronte di un’autorizzazione a rogare l’atto votata dal Comitato portuale del 26 luglio, nell’assoluto rispetto dei termini atteso che in data 1 agosto, all’indomani dei licenziamenti da parte del terminalista Mct, i lavoratori sono stati iscritti regolarmente negli elenchi da essa detenuti.
La costituzione dell’Agenzia è avvenuta nel pedissequo rispetto di ogni comma dell’art. 4 Dl 243/2016, convertito in legge 18/17, testo normativo entrato in vigore il 23 febbraio, nato dal confronto puntuale tra il legislatore e le organizzazioni sindacali che hanno contribuito alla sua stesura.
L’Autorità portuale ha dato attuazione alla citata disposizione normativa registrando preventivamente la prescritta intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed attivando, per tempo, tutti i confronti inter-istituzionali con gli Enti a vario titolo coinvolti (Ministero del Lavoro; Inps; Ispettorato nazionale del Lavoro e Camera di Commercio), posto che l’entrata in vigore della norma non è stata accompagnata da circolari applicative che hanno implicato, conseguentemente, un importante impegno per dare fattiva attuazione tanto alla citata disposizione quanto agli obblighi assunti in sede di sottoscrizione dell’APQ 2016.
La scelta del legislatore di optare per siffatto modello normativo discende, evidentemente, dalla oggettiva impossibilità di istituire un’impresa/agenzia ex art. 17, in quanto è mancato il presupposto legittimante ovvero sia l’incremento dei traffici e, conseguentemente, la necessità di gestire relativi picchi. Il legislatore, quindi, ha contemperato da un lato il bisogno di dare risposte ai lavoratori licenziati dall’altro il puntuale rispetto della normativa in materia, delineando uno strumento peculiare che rappresenta una novità nel panorama giuridico e portuale italiano che non ha precedenti e che no può essere paragonato ad altre figure esistenti, non altrimenti sovrapponibili e pertanto non confrontabili con altre realtà cui l’agenzia è accomunata solo per assonanza nominativa.
Pertanto, in questo contesto nuovo, e ribadiamo senza precedenti, l’Autorità portuale, con il massimo impegno profuso dai propri uffici, è riuscita a traguardare la creazione dell’Agenzia, nei termini dettati dal Ministero vigilante.
 
L’Agenzia, così come costituita, ha sottoposto alle organizzazioni sindacali, per come prescritto dalla norma, il regolamento recante il Piano di avviamento e di chiamata, nonché il Piano di formazione dei lavoratori iscritti, accogliendo ogni utile suggerimento proveniente dai sindacati.
Martedì scorso è stato formalmente approvato dai sindacati e verrà tempestivamente sottoposto dall’Amministratore Unico, nell’assemblea dei soci, per le valutazioni di questa Autorità portuale.
 
Al contempo, l’Amministratore unico ha provveduto a tutti gli adempimenti funzionali alla corresponsione dell’Indennità di mancato avviamento, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti che ha già provveduto alle prescritte comunicazioni al Ministero del Lavoro e alle direzioni Inps centrali e periferiche che, a loro volta, hanno fornito, all’esito di un ulteriore tavolo tecnico, puntuali indicazioni operative per i connessi procedimenti telematici.
L’Agenzia, a fronte di specifiche richieste dei lavoratori, ha attivato un ulteriore confronto con il Centro dell’Impiego di Reggio Calabria, la cui Responsabile ha confermato la compatibilità di siffatta iscrizione, in regime di percezione del trattamento Ima, per consentire ai lavoratori tanto il rilascio di certificazioni funzionali alla sospensione della riscossione di mutui bancari e prestiti finanziari quanto per poter fruire di eventuali bandi/concorsi al di fuori dell’ambito portuale. Come sancito dalla norma il pagamento dell’Ima spetta all’Inps, autorizzato all’erogazione diretta a favore di ciascun lavoratore. L’Amministratore unico con il supporto degli uffici dell’Autorità portuale, in continua interfaccia con le dirigenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sta svolgendo tempestivamente, con elevata professionalità, le relative funzioni, garantendo ai lavoratori specifico supporto attraverso ogni informazione relativa agli adempimenti riconnessi alla gestione dell’Agenzia.
Attenzione e impegno che stridono con il tentativo di chi, all’esterno, strumentalizza suddette informazioni. Si tratta di un atteggiamento, messo in campo in modo semplicistico, che nulla ha a che fare con la giusta difesa dei diritti dei lavoratori, ma che, al contrario, ingenera allarmismi a causa di errate interpretazioni non altrimenti supportate da approfondimento normativo. E’ necessario, quindi, chiarire che l’Ente non si presta a facili strumentalizzazioni che hanno solo l’obiettivo di ingenerare preoccupazioni nei lavoratori e nelle loro famiglie, il cui pensiero costante ha animato l’attività amministrativa di questa Autorità portuale per dare risposte concrete alle loro aspettative. Ed è, altresì, naturale che ogni interferenza, di suddetta fattispecie e non altrimenti corroborata da fondamento, rallenti inevitabilmente l’operato degli uffici già abbondantemente oberati da questa nuova realtà.
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